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MIGNANO MONTELUNGO – CONSIGLIO COMUNALE RECORD, BASTANO 5 MINUTI: QUANDO MANCA LA PASSIONE

Mignano Montelungo (nota di Roberto Fanini) – Chi immaginava che le attività demandante agli amministratori locali fossero qualcosa di complicato e che le stesse, per essere espletate, richiedessero attenzione, confronto e discussione, beh: si sbagliava. Il 27 ottobre u.s., si è riunito nella sala consiliare del Comune di Mignano Monte Lungo, in sessione straordinaria, il Consiglio Comunale. Fin qui niente di insolito, trattandosi di normale attività istituzionale, durante la quale l’organo di indirizzo e controllo politico-amministrativo dell’Ente è chiamato ad assumere decisioni. Ora, senza entrare nel merito delle questioni poste all’ordine del giorno e tralasciando gli aspetti economici che gravitano intorno all’attività in rassegna (corresponsione del gettone di presenza, permessi, etc.), spostiamo l’attenzione su qualcos’altro che ha caratterizzato la citata seduta consiliare, ossia: la tempistica. Cinque minuti! Tanto è bastato all’organo collegiale per deliberare sulle questioni poste all’ordine del giorno. Cinque minuti, ovvero: dalle ore 12,25 inizio attività, alle ore 12,30 termine delle attività (arco temporale desunto dalle deliberazioni del Consiglio Comunale nn. 28, 29 e 30 del 27.10.2017 – consultabili, da chiunque, sul sito on-line del Comune di Mignano Monte Lungo).
Orbene, che si tratti di un “record assoluto” è evidente: che si tratti di un “record assoluto” in negativo è incontrovertibile. Come si può pensare che l’attività di indirizzo di un Ente amministrativo possa essere compiuta  in soli cinque minuti? Quanto può essere credibile, a prescindere dalla sua rilevanza, un provvedimento approvato in soli cinque minuti? E quanto può essere credibile chi lo approva? Ancora: quanta impudenza c’è nel renderlo pubblico? E chi soggiace a questo tipo di comportamento si sente a posto con la coscienza? Dubbi assolutamente legittimi che, in qualche modo, andrebbero risolti.
Sarebbe opportuno, infatti, che qualcuno spiegasse questo “modus operandi”, se non altro per  scongiurare l’idea che l’attività istituzionale posta in essere risulti poco gratificante ed importante e chi la esercita, possa sentirsi autorizzato ad esaminare e trattare questioni di interesse pubblico con superficialità, leggerezza ed indifferenza. Partecipare ad una seduta di Consiglio Comunale è atto serio. Essa rappresenta, o perlomeno dovrebbe rappresentare, l’essenza dell’attività istituzionale, il luogo del confronto politico amministrativo dove vengono prese decisioni che interessano l’intera comunità, pensare che per tutto ciò possano bastare cinque minuti: è folle (con il dovuto rispetto).
Ma se di questo si tratta, allora la strada e tracciata! Le esperienze finiscono e chi pensa di esercitare il proprio mandato senza passione, senza trasporto e, soprattutto, senza spirito di servizio nei confronti della comunità ha il cammino segnato e farebbe bene, consapevole che il ravvedimento non  rappresenti una sconfitta, ma bensì la dimostrazione del possesso di profondo e radicato senso di responsabilità, a spostare la propria attenzione verso altro.
Commentare episodi del genere è irritante e deprimente, ma l’indifferenza ed il disinteresse  renderebbero chiunque, seppur involontari, complici. Complici di atteggiamenti che, invece, andrebbero sempre e comunque stigmatizzati. Tuttavia, sarebbe auspicabile, per il futuro,  l’adozione di  un  comportamento  più  consono, capace di riportare dignità, senso di responsabilità e, soprattutto, credibilità in un contesto nel quale questi tre fattori andrebbero costantemente  rinnovati a garanzia della buona amministrazione.

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