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COMBO ATTENTATO Manhattan

MARZANO APPIO/NEW YORK – Attentato terroristico nella grande mela, paura e preoccupazione per gli affetti lontani

MARZANO APPIO/NEW YORK (di Nicolina Moretta) Bisogna avere un caro affetto dall’altro capo del mondo per rendersi conto di quanto le distanze nel pianeta siano diventate irrisorie. Un tempo, nel secolo scorso, esisteva una trasmissione televisiva, intitolata: ”Che tempo che fa”, condotta dal bravo generale metereologo, Edmondo Bernacca. Il generale Bernacca per far comprendere le previsioni atmosferiche diceva che se una farfalla sbatteva le ali in Cina, quel battito l’avremmo avvertito anche in Italia. Oggi, non solo per le previsioni atmosferiche è valido questo principio. Se accade un attentato a New York, due maturi coniugi che sono seduti in poltrona davanti al televisore possono sentire il cuore sprofondare per una edizione straordinaria del TG1. Un gruppo di ciclisti ha subito un attentato a New York, sei ciclisti pare che siano morti. I maturi coniugi non capiscono più nulla per lo spavento: il loro figlio vive a New York, a Manhattan, proprio dove è accaduto l’attentato, e ama andare quotidianamente in bicicletta. I minuti e la tensione si espandono, i primi diventano interminabili e la seconda pesante come il piombo. Poi, finalmente, il suono di Skype e la voce attesa calda e rassicurante. La tensione si scioglie nell’ascolto delle parole care e il tempo riprende a scorrere normale e il cuore il battito regolare. Allora riaffiorano alla mente le parole del generale Bernacca, ma che non valgono più solo per le previsioni del tempo, hanno una valenza poliedrica in un mondo cosmopolita e globalizzato e rimane l’amarezza per il mostruoso attentato.

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