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SESSA AURUNCA – Rispetto e considerazione: le dure parole della Sessana contro l’AIA e la FICG

Sessa Aurunca – “Non è nostro uso e costume lamentarci, abbiamo sempre e sottolineiamo sempre, cercato di tenere un basso profilo in ogni situazione, lasciando parlare il campo e punendo, com’è giusto che sia, coloro che in campo non hanno rispettato la terna arbitrale o gli avversari”. Esordisce così l’ufficio della squadra calcistica di Sessa. “Questo comunicato si rivolge all’AIA e allo stesso tempo alla FIGC, siamo veramente stufi di subire ingiustizie calcistiche, di essere sbeffeggiati dagli arbitri e dai loro assistenti che in maniera provocatoria rispondono a calciatori e tifosi. Forse la Sessana è fuori dai giochi di potere calcistici, forse non ha il blasone di alcune grandi piazze napoletane oppure ha solo semplicemente la “sfortuna” di essere una società che è conosciuta solo per la sua correttezza, nonostante i tanti episodi di “violenza” subiti. Chi guarda il tabellino dell’ultima gara immagina una caccia all’uomo dei ‘gialloblu’ che si sono ritrovati in dieci a subire, interventi per fermare il gioco e non cattivi, falli dai calciatori del Barano. Il mancato fischio del calcio di rigore su Grezio, per prendere in considerazione l’ultimo episodio, ha chiuso un cerchio maledetto che dura da non solo questa stagione, citando anche le gare con San Giorgio e Giugliano, ma che da anni ha investito la Sessana. Ad un determinato punto della stagione, quello decisivo come successo qualche anno fa con quattro, sottolineiamo quattro, espulsi tra i ‘gialloblu’ o quello della scorsa stagione con ben tre rossi subiti nella stessa azione sul campo del Procida con ennesimo rigore negato, la Sessana viene sfavorita. Siamo orfani di una federazione che conosce il nome delle società solo al momento delle iscrizioni e che non risponde nemmeno al telefono per una semplice informazione, le designazioni, e permetteteci di affermarlo, ed anche la preparazione delle terme arbitrali è scadente, senza voler considerare l’arroganza di alcuni direttori di gara che decidono il risultato finale.5 Questo non è sano calcio, non vogliamo nessuna forma di contentino, vogliamo essere rispettati come società e come città soprattutto. Finiamola di chiamare dilettantismo questo mondo per la mole di soldi che girano, questo è un campionato semi-professionistico! Vogliamo rispetto, vogliamo poterci giocare alla pari il nostro campionato dando la colpa o il merito solo a semplicemente noi stessi o agli avversari!”.

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