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CAIAZZO – Perseguitava una donna, il giudice lo “inchioda”

CAIAZZO. Perseguita una donna con cui voleva stringere una relazione sentimentale, un 46enne viene denunciato per stalking. Il giudice gli vieta di avvicinarsi alla donna “amata” e di recarsi nei luoghi frequentati dalla vittima.
Nella giornata di ieri i carabinieri della stazione di Caiazzo, coordinata dalla compagnia di Caserta guidata dal capitano Raffaele Romano, hanno notificato a G.L., 46enne napoletano ma residente a Caiazzo, il provvedimento di divieto di avvicinamento e di frequentazione dei luoghi frequentati dalla vittima per il reato di stalking. Tutto ha avuto inizio verso maggio quando una donna, di nazionalità ucraina, ha denunciato lo stalker riferendo ai carabinieri che il 46enne, con il quale si sarebbe frequentata per un breve periodo, aveva posto in essere una serie di condotte moleste nei suoi confronti.
Nel corso delle indagini i militari caiatini hanno verificato che effettivamente l’uomo aveva assunto una condotta persecutoria reiterata nel tempo tale da generare nella vittima un forte stato d’ansia. La donna a quanto sembra per i tentativi a dir poco “pressanti” di riallacciare un rapporto sarebbe stata costretta a cambiare stile di vita.
In seguito all’attività d’indagine i carabinieri hanno richiesto la misura. La loro istanza è stata accolta dal magistrato che ha emesso il provvedimento.
Secondo la Corte di Cassazione per l’emissione del provvedimento è necessaria la verifica degli stili di vita nonchè delle abitudini della “vittima” – persona offesa, ove le stesse sfuggano ad una precisa predeterminazione giudiziale, ad esempio per esigenze di relazione o di lavoro. Il giudicante può adottare delle formule che siano più congeniali alla ipotesi concreta, e che, quindi, possano consentire alla persona offesa di mantenere un’area di protezione efficace avverso gli atti persecutori dell’indagato, ovunque essa si trovi. Nel caso in cui la persona offesa, vittima degli atti persecutori, non abbia, pertanto, luoghi abituali di frequentazione, è compito del giudice “vestire a misura”, anche se in modo generico, il bisogno di protezione che lo stesso ordinamento ha inteso consentire di tutelare con la normativa sul tema.
(Attilio Nettuno)

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