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ROCCAMONFINA – IL VESCOVO VIETA LA “VENDITA” DI SANT’ANTONIO”, IN LINEA CON LA CONFERENZA EPISCOPALE. DON GIADO: ECCO LA VERITA’

ROCCAMONFINA ( di Antonio Migliozzi ) – “E’ vietata ogni forma di ‘incanto’ o riffa durante le processioni ( aste, gigli, fiori ecc. )”. Questo è un passaggio del documento diocesano “Indicazioni pastorali per la religiosità popolare” a firma del Vescovo della diocesi di Teano – Calvi S.E. mons. Arturo Aiello datato agosto 2016, con il consenso di circa il 97% dei sacerdoti dell’intera diocesi. Per questa ragione la secolare tradizione popolar religiosa riguardante la “ammessa di Sant’Antonio”, che si tiene nel corso della processione della “Calata di Sant’Antonio” nell’ultimo martedì di maggio di ogni anno, da quest’anno non si potrà più sostenere. Nel 2013 la Conferenza Episcopale Campana redasse un documento da titolo “Evangelizzare la Pietà Popolare”, al fine di poter dare delle regole in quelle processioni religiose laddove sussiste una realtà sociale discutibile. Naturalmente si tratta di un “regolamento” delle processioni che riguarda tutte le parrocchie della Campania in generale, ed il vescovo della diocesi di Teano – Calvi, lo scorso anno, ha pensato bene di calare nella realtà della sua diocesi un documento che si rifaccia a quello campano.
Per queste ragioni, considerando che manca circa un mese dalla tanto attesa processione della “Calata di Sant’Antonio”, abbiamo incontrato il parroco della chiesa Collegiata Santa Maria Grande, Don Giadio De Biasio, per avere delle delucidazioni in merito: Trattandosi di un documento del vescovo, condiviso dalla quasi unanimità dei parroci dell’intera diocesi, tali decisioni assumono i caratteri di “legge”, alle quali il parroco deve attenersi. La riffa, l’asta, “ammessa” che dir si voglia, da quest’anno non si potrà più fare, per cui una volta giunti in processione dal Santuario dei Lattani si avrà sempre una breve sosta presso la frazione Gallo, laddove si potrà riposare per qualche minuto e dare il cambio a coloro che portano in spalla la statua del santo, ma senza più la tradizionale “ammessa”. Lo stesso don Giadio ( questa notizia sarà annunciata nel corso dell’omelia di domenica 23 aprile ) sarà l’unico componente del Comitato per i Festeggiamenti, per cui tutti quei fedeli che vorranno donare la propria offerta per la realizzazione dei festeggiamenti religiosi ( e perché no, anche civili ) dovranno rivolgersi esclusivamente a lui. Da quest’anno tutti i fedeli che ne faranno espressamente richiesta anticipatamente, potranno portare in spalla la statua del santo in maniera ben organizzata, contrariamente come nel passato dove avevano diritto solo quei fedeli che si erano aggiudicati di farlo avendo offerto la somma più alta di danaro “ammettendo” all’asta il santo. A questo si potrebbe ovviare con un incontro preventivo laddove si può ugualmente costituire ufficiosamente un gruppo di persone che possano organizzarsi per poter sopperire a questo cambio di rotta. Inoltre, in questi giorni è stata diffusa la notizia che non si può più mettere attaccato alla statua del santo un nastro per poter spillare del danaro, dimenticando che questa usanza per nulla ortodossa, non la si pratica più da cinque anni.
In sintesi, la processione della “Calata di Sant’Antonio” si svolgerà sempre nella stessa maniera con l’unica differenza che non si potrà sostenere quel rito “pagano” dell’asta, così come deciso dalla Conferenza Episcopale Campana prima e dal Clero diocesano poi. “Le feste che la tradizione cristiana ha conservato e tramandato fino ai nostri giorni contengono un patrimonio prezioso di valori che non vanno dissipati – si legge nel documento diocesano – di qui il dovere dei sacerdoti e di tutti gli operatori pastorali di svolgere una appropriata ed incisiva opera educativa che restituisca ai festeggiamenti religiosi il loro senso originario……Il corteo, sia guidato dal sacerdote o da un diacono, e che vi sia una giusta alternanza di preghiere, canto e musica tale da favorire il raccoglimento e la partecipazione dei fedeli. E’ bene non attaccare denaro o oggetti d’oro alla statua ma di portarli in altro modo e si raccomanda di non raccogliere offerte durante la processione”.

 

 

 

 

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