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SANT’ANGELO D’ALIFE – Muore la pineta, non tutti i mali vengono per nuocere

SANT’ANGELO D’ALIFE – La “morte” della pineta potrebbe non essere un male asoluto. Anzi, potrebbe aprire le porte ad una “corretta” riforestazione” del territorio in rispetto della natura del luogo. Quella pineta, infatti, rappresentava bene un tipo di inquinamento ambientale consumatosi nei decenni passati quando per favorire i vivai del nord italia si piantavano pinete in ogni dove.
Le pinete inoltre rappresentano anche un danno economico per le nostre zone. Infatti mentre i boschi di querce sono capaci di rigenerarsi ad ogni taglio assicurando così un ciclo economico sicuro, le pinete non offrono questa caratteristica.
In questi giorni, autorizzate dal Comune di Sant’Angelo d’Alife, Parco Regionale del Matese e Comunità montana, sono iniziate le attività di bonifica e messa in sicurezza lungo la “Panoramica” che collega il paese con Raviscanina. Luogo dove, lo scorso febbraio, le copiose nevicate causarono ingenti danni agli alberi. Ora, una ditta è stata incaricata di fare pulizia nella pineta che costeggia l’arteria stradale provinciale 149. In molti, tuttavia,sono preoccupati. Parlano di tagli eccessivi. Di scempio ambientale. Di minaccia di distruzione dell’intero ecosistema. Impressioni che sembrano dettate più da un bagaglio culturale di “frasi fatte” che da effetiva conoscenza scientifica del problema.
A tal proposito è partita anche una raccolta firme per chiedere ai vari “enti locali e alla ditta appaltatrice dei lavori un incontro pubblico da tenersi urgentemente per chiarire e, se necessario, modificare i termini del contratto stipulato e lo scopo ultimo dei lavori”. Ma siamo sicuri che questo allarmismo sia giustificato? C’è più di una ragione che porta a credere di no. Una su tutte. Le pinete – impiantate anni fa nel territorio matesino – producono inquinamento ambientale. Eccezion fatta per la naturale e famosa “Cipresseta” di Fontegreca, fiore all’occhiello e rarità in tutta Europa. Inoltre, va sottolineato che tutte le pinete presenti nel
comprensorio matesino sono figlie di politiche forestali sbagliate perpetuate a partire dagli anni 60’ e 70’. Politiche mirate esclusivamente a far arricchirei vivaisti del Nord. Da allora come per magia il territorio matesino si è“arricchito” di pinete. Che, come è facile intuire, non fanno assolutamente parte dell’ecosistema di Terra di Lavoro. Al contrario di varietà autoctone quali lecci, faggi, querce. Alla luce di tutto ciò, l’abbattimento della pinetalungo la “Panoramica” non solo riscatta  – anche se con ritardo – vecchie e insensate politiche forestali, ma va a contrastare l’inquinamento ambientale fino ad oggi prodotto dalle stesse piante.
Francesco Mantovani

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8 commenti

  1. cittadino libero

    Francesco cortesemente informati su questi quesiti che sto per farti:
    1 Quale guadagno avrà il comune dalla vendita del legno tagliato?
    2 Le piante da tagliare sono contrassegnate ?
    3 C’e una logica di fondo che la ditta sta utilizzando nel taglio della pineta?
    4 La riforestazione con piante originarie dei nostri luoghi chi la dovrà pagare?
    5 Ipotizzando un taglio completo della pineta in quanti anni secondo te si riavrà una vegetazione tale da poter evitare possibili frane sulle strade che costeggiano la montagna ?
    Ti prego di rispondere con carte alla mano che giustifichino il tutto.
    Non tutti i mali vengono per nuocere, speriamo solo che non ci guadagnino su un investimento pagato con soldi pubblici !
    Attendo tue notizie, buon lavoro

  2. Doverosa precisazione della redazione a “Cittadino libero”
    Ai punti uno, due e tre, non possiamo ancora rispondere perchè non abbiamo i documenti. Magari la minoranza consiliare o qualsiasi consigliere potrebbe rendersi utile, nell’interesse della comunità dalla quale è stato eletto.

    Domanda 4 – Per la riforestazione con piante autoctone avviene a costo zero perchè provvede la natura stessa a far crescere gli alberi più adatti al luogo. Basta semplicente che l’uomo stia fermo e non rompa le scatole.
    Domanda 5 – Le attuali radici degli alberi (anche querlli tagliati) e la crescita contemporanea delle radici dei nuovi alberi autoctoni garantiscono la tenuta contro le frane.

    Il nostro articolo voleva solo mettere in evidenza un aspetto che in tanti non valutano e spiegare perchè quella pineta era un “inquinamento ambientale”. Se poi il taglio attualemnte praticato nasconde “problemi”, allora chi li consoce si rivolga alle autorità competenti senza fare tanta demagogia.
    Francesco Mantovani

  3. cittadino libero

    Mamma mia che acidità…
    1 non sono mai stato eletto da nessuno ma sono un semplice cittadino, cavolo lo dice anche il mio nome !!!
    2 le mie sono semplici domande che tutti ci stiamo facendo e tra gli ex consiglieri di maggioranza non c’è risposta ( in fondo cosa aspettarsi da loro… )
    3 La mia non è una critica ne’ all’articolo ne’ al concetto espresso da Francesco ma un chiarimento in merito visto che potrebbe essere meglio informato sui fatti
    4 ” inquinamento ambientale ” va bene come concetto ma radere al suolo in poco tempo la pineta potrebbe portare dei problemi, le cose credo che bisogna farle con logica e in tempi giusti
    5 Il nostro paese è già stato soggetto ad una forte alluvione intorno al 1840 (se non erro), che lasciò molti morti e si fidi che le piante che non ressero erano quelle tipiche della macchia mediterranea. Figuriamoci le sole radici quanto reggeranno.
    6 Lei ha visitato la pineta ? Si vada a fare un giro, se si aspetta la riforestazione naturale i risultati li vedranno i nostri nipoti. Perchè non aiutare la natura e la sicurezza di tutti con nuove piante da immettere nella ex pineta?
    7 I problemi che nasconde il taglio della pineta per quanto mi riguarda stanno nella logica dell’azione attuata, nei possibili vantaggi che può avere la cassa comunale dalla vendita del legno, e nella sicurezza della nostra comunità. Per il resto se con problemi scritto tra virgolette intendete qualche altra cosa avete la possibilità di indagare, fatelo ma non siate così “poco diretti”.
    8 ci farebbe piacere sapere qualcosa sui primi tre punti del precedente mio commento.
    9 Noto che usate il termine “demagogia” un pò come Titta Pisaturo, cioè messo a caso. Nel dubbio ho trovato il termine sul vocabolario ed è scritto : “Pratica politica mirante a ottenere il consenso popolare, facendo mostra di condividere i malumori e le rivendicazioni, anche irragionevoli, della maggioranza e di battersi per dare ad essi una risposta positiva”. Rileggete il mio commento e notate che ci sono solo domande ? Dov’è la demagogia? Mah… VE LA SIETE PRESA ? Non siate permalosi !!!
    10. Nel massimo rispetto ho fatto semplici richieste a Francesco perchè so con quanta passione fa il suo lavoro e gli ho augurato con sincerità buon lavoro e credo sia anche un modo EDUCATO per chiudere un commento, cosa che da Voi non è stato fatto. Se è troppo chiedervi un saluto o un ringraziamento alla fine del vostro commento non mi aspetto neanche le scuse per il “palo” che avete preso.
    Ancora Buon lavoro ( con sincerità ).

  4. cittadino libero

    Forse l’autore dell’articolo non conosce ciò che la natura sa fare.
    La pineta non inquina, semmai contribuisce a produrre terra fertile per le piante autoctone. Non c’è assolutamente bisogno di disboscare tutto perchè cresca la vegetazione che voi credete opportuna. La colpa dell’uomo è stata l’incuria in cui ha abbandonato la pineta! Se si fosse tenuta con criterio e si fosse provveduto a pulirla e tagliare poco per volta ciò che non serviva, a quest’ora c’era un bel bosco misto, cosa che non si otterrà lasciando a nudo i fianchi della montagna, esposti al dilavamento delle piogge. Comunque, pini e cipressi fanno parte della stessa famiglia, sono conifere! Se non inquina la cipresseta, non inquina neppure la pineta, che sia naturale o piantata dall’uomo. Aggiungo solo una cosa, in questo paese la gente non merita nulla, se qualcuno di buon senso ha sollevato il problema, è per il bene comune. La pineta è una ricchezza e un habitat naturale che ormai è parte del luogo. Non dimentichiamoci che è soggetta a vincoli poichè facente parte del Parco! E’ un sito compreso in Natura 200 perciò SIC e ZPS. Documentatevi prima di parlare!

  5. Quando parliamo di “inquinamento ambientale” di una pineta in un certo contesto non bisogna pensare all’inquinamento prodotto da sostanze chimiche, dalla diossina o da altri veleni.
    Un ambiente si può inquinare anche “semplicimente” inserendo un tipo di pianta “sconosciuta” al territorio.
    Facciamo un semplice esempio: Se prendo una coppia di scoiattoli dell’America e li lascio liberi nei nostri boschi avrò certamente prodotto un inquinamento ambientale. Essi osno più grandi e più voraci di quelli nostrani che in poco tempo scompariranno.
    Gentilissimo “Cittadino libero” per rendersi conto di quanto tempo serve alla natura per riforestare un’area, basta che lei vada la prossima primavera in una zona percorsa dal fuoco la scorsa estate per vedere cosa realmente sa fare la natura.
    Francesco Mantovani

  6. Non volevamo certamente offendere un nostro lettore. Se questo messaggio – sbagliato – è passato allora chiediamo scusa ma sappiate che per noi le critiche sono importanti, quindi le accettiamo volentieri.
    Volevamo solo dare un contributo alla discussione. Poi ognuno resta della propria opinione.
    Per quanto riguarda la demagogia confermiamo che intorno alla vicenda la stanno montando ad arte, magari non lei, caro cittadino libero, ma in tanti altri si.
    Grazie.
    Grancesco Mantovani

  7. cittadino libero

    COLUI CHE SI FIRMA CITTADINO LIBERO NEL COMMENTO NUMERO 4 NON è LO STESSO DEL COMMENTO 1 E 3 !!!

  8. Egregio Cittadino Libero, come di consueto stiamo alle solite, la prima preoccupazione è quella di vedere l’introito che entra nella cassa del Comune; NULLA e spiego il perchè:
    1) l’ente proprietario della pineta è il Comune mentre la gestione degli impianti di forestazione è della Comunità Montana e, oggi, del Parco del Matese;
    2) il Comune ogni anno chiede agli enti nominati l’esecuzione di lavori di decespugliamento, messa in sicurezza per la prevenzione incendi e smottamenti, dilatamento e eventuale abbattimento di piante secche o vecchie e null’altro;
    3) nel contesto della discussione preciso che l’appalto alla ditta che attualmente sta operando nella pineta gli è stato affidato dalla Comunità Montana;
    4) i lavori da eseguirsi sono stati disposti da loro tecnici;
    5) la vigilanza per le operazioni da svolgere al Corpo della G. F. e alla Polizia Locale;
    6) nelle casse del Comune non entra nulla.
    7) nel contratto di affidamento dei lavori alla ditta si evince che la medesima è autirizzata alla rimozione delle piante abbattute e danneggiate; non costa che vi è una operazione di dilatamento anche perchè la piante da abbattare devono essere individuate e martellate.
    Il danno causato dalla ditta operante è notevole ed evidente, ovvero: non so chi ha autorizzato la medesima ditta ad aprire strade all’interno della pineta quando al tavolo di concerto si era stabilito che tutto il legname doveva essere portato fuori dalla pineta mediante l’uso di muli e non di attrezzi meccanici del tipo trattori, verricelli e simili per evitare il danneggiamento del sottobosco. Mi fermo qui……..! Non entro nel discorso inquinamento o meno, non sono documentato in tal senso.
    Penso di essere stato abbastanza chiaro.
    Non so se vie è stata qualche “variantola” in corso d’opera.
    La vigilanza lascia il tempo che trova se non vi è qualcuno che sprona o segnala. Oggi tutti indossano i paraocchi come i cavalli da trotto, vuoi per questo vuoi per quell’altro l’importante che arriva il 27………..
    Buona Giornata!