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PIEDIMONTE MATESE / CASERTA – Caso Intramoenia, la Corte dei Conti “inchioda” anche i vertici dell’Asl

PIEDIMONTE MATESE / CASERTA. Fra le ottantaseipersone indagate dalla Corte dei Conti figurebbero anche i direttori generali degli ospedali e delle Asl pro tempore nel perido compreso dal 2002 al  2008, quindi si tratterebbe di Francesco Testa, Amedeo Romano, Francesco Bocchino, Pietro Alfano e Luigi Annunziata. L’accusa nei loro confronti sarebbe di omesso controllo. Sotto seuestro, preventivo, sarebbero finiti conti correnti, ville, e immobili. Il prossimo ottobre  sfileranno i primi medici in udienza davanti ai giudici della  Corte dei Conti.  L’inchiesta intramoenia si allarga e coinvolge ottantasei medici dell’Asl Casertana.  La Corte dei Conti, infatti, prescindendo dall’azione penale, starebbe agendo non solo contro i ventiquattro professionisti per i quali il pubblico ministero ha chiesto il rinvio a giudizio bensì nei confronti di tutti i camici bianchi coinvolti nella vicenda. Una inchiesta condotta dalle fiamme gialle di Piedimonte Matese che, in una prima fase ha coinvolto trentaquattro medici e successivamente altri cinquantuno.   L’accusa, per la maggior parte delle persone coinvolte nell’inchiesta è di peculato. Finiscono sotto sigilli conti correnti e beni immobili.  L’inchiesta che ha scosso gli ambienti sanitari dell’intera provincia di Caserta parte nel 2009 quando le fiamme gialle perquisirono gli studi e le abitazioni di trentaquattro medici.  Professionisti che, in gran parte, lavorano fra gli ospedali di Piedimonte Matese, Teano e Caserta, prestando, inoltre, attività professionale in forma privata. Quindi, medici che hanno deciso di adottare il sistema di “intramoenia”. Un protocollo secondo cui il medico ospedaliero che decide di lavorare anche presso studi privati dovrebbe versare il 50% del proprio fatturato all’Asl. Il sistema dovrebbe – contemporaneamente – generare parcelle più contenute in favore dei pazienti e maggiori entrate nelle casse delle azienda sanitarie. Secondo l’ipotesi accusatoria, gli indagati non avrebbero versato le quote dovute all’Asl. La maggior parte dei professionisti coinvolti nella vicenda sono dell’Alto Casertano ed in particolar modo di Piedimonte Matese, Baia e Latina, Dragoni, Vairano Patenora, Caiazzo. Lavorano tra gli ospedali di Piedimonte, Maddaloni, Teano e Caserta, prestando attività professionale in forma anche privata.  Potrebbe ammontare a diversi milioni di euro i danni all’erario a seguito dei mancati versamenti dovuti.
Intanto gli ufficiali giudiziari stanno lavorando per consegnare le notifiche degli atti a titti gli ottantasei  medici interessati dalla vicenda. Potrebbe ammontare a diversi milioni di euro i danni all’erario a seguito dei mancati versamenti dovuti. Il pubblico ministero ha chiesto il rinvio a giudizio per 24 medici: Antimo Cappello, Luigi Bergamin, Luigi Bifulco, Arnaldo Brienza, Carlo Capuano, Giuseppe Casino, Angelantonio Caso, Fabio Cecconi, Agostino Cirillo, Anna Cristillo, Luigi Di Risi, Francesco Della Corte, Giovanni Di Tommaso, Fabrizio Ferraiolo, Giovanni Italiano, Roberto Landolfi, Alfonso Marra, Giuseppe Mastrobuono, Antonio Palermo, Guido Pane, Antonino Puorto, Michela Quarantiello, Ignazio Scaravilli e Armando Volpe. Inoltre, le fiamme gialle indagano sulla posizione altri 51 professionisti; anche nei loro confronti ci sarebbe l’accusa di peculato.

Elena di Troia

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