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RIARDO – Oasi Ferrarelle e boschi “cancellati”, blitz dei carabinieri

RIARDO. Boschi “cancellati” nell’oasi Ferrarelle, blitz dei carabinieri che conducono, su indirizzo della Procura di Santa Maria Capua Vetere, una nuova indagine sulla vicenda.  Gli inquirenti dovranno accertare se parte del bosco piantato  dalla comunità montana del Monte Maggiore  su un’area di 15 ettari della masseria Mozzi è stato eliminato.  Nei giorni scorsi i carabinieri della stazione di Pietramelara – competente per territorio – sotto la guida del maresciallo Pasquale Mariano, hanno acquisito una serie di documentazione presso l’ente montano con sede a Formicola.   Un ente che nel 2006, a proprie spese, attraverso  l’utilizzo di decine di operai della comunità, avviò la realizzazione dell’oasi  sulla proprietà Ferrarelle in base ad un accordo con la stessa azienda, finalizzato alla fruizione pubblica del nascente parco. Ora, invece, al posto di parte di quel bosco ci sarebbero dei campi coltivati a produzioni agricole.
Inoltre, un successivo progetto presentato presso il comune di Riardo da Ferrarelle e Fai (Fondo Ambiente Italia) prevede coltivazioni di nocciole e allevamenti di bufale, a pochi metri dal parco sorgenti.  La vicenda parte nel 2006 quando gli uomini della comunità Montana del Montemaggiore intervengono – così come negli anni successivi – sull’area ex Mozzi (di proprietà Ferrarelle) per mettere a dimora oltre 5mila alberi. La scorsa primavera,  arrivano le ruspe che realizzano un profondo scavo che taglia in diagonale l’area. Scatta il blitz dei carabinieri della stazione di Pietramelara che ipotizzano una serie di violazioni e sequestrano il cantiere. Al sopralluogo eseguito ieri dai carabinieri hanno preso parte anche alcuni tecnici fra cui l’agronomo che per conto della Comunità Montana  stilò il progetto che permise all’ente di intervenire.  Per l’azienda di Riardo era presente l’amministratore delegato Giuseppe Cerbone, che ha mostrato di non gradire l’iniziativa degli investigatori.  Al di là di eventuali aspetti penali che dovranno essere accertati dai carabinieri, appare evidente il fatto che il progetto della realizzazione dell’oasi naturale nell’ex tenuta Mozzi è stato stravolto con la cancellazione sistematica di alcuni elementi caratteristici ed indispensabili come, ad esempio, le siepi che costituiscono l’habitat per molti animali garantendo il giusto equilibrio dell’ecosistema.

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