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PIETRAMELARA – Alberi rari del Monte Maggiore, la Comunità Montagna taglia tutto

PIETRAMELARA. Contribuire alla conoscenza botanica del massiccio del Monte Maggiore è lo scopo della ricerca in corso di svolgimento nell’ambito della tesi di laurea di alcuni studenti di Scienze della Natura dell’Università Federico II e di Scienze Ambientali della seconda Università di Napoli. Dovevano ammirare , in particolare, anche il Falso Pistacchio e l’Acero di Lobel. Due alberi caratteristici del Monte Maggiore che dovrebbero essere tutelati. Invece, durante i lavori di manutenzione di un sentiero e di un vicino torrente in località Valle del Trabucco – ricadente nel comune di Pietramelara – queste due specie sono state sterminate dalle asce e dai decespugliatori dei baif della Comunità Montana del Monte Maggiore. Insomma chi più di ogni altro dovrebbe tutelare l’ecosistema dell’area si sarebbe reso protagonista di un gravissimo “scivolone”.
La denuncia  del “saccheggio” arriva dal professore Antonio Croce, studioso di botanica e scopritore, pochi mesi fa, di una rarissima specie di orchidea selvatica nel torrente Savone, nel comune di Teano.
“Bisognerebbe – precisa Croce – tutelare e valorizzare  le specie rare che caratterizzano l’area del Monte Maggiore. Pensare di tagliare alberi di Falso Pistacchio e Aceri di Lobel solo per mantenere un’area pulita è davvero disarmante”.  Gli studenti hanno scelto di concentrarsi su un’area di grande interesse naturalistico, come attesta soprattutto l’individuazione di un S.I.C. (Sito di Importanza comunitaria) per la presenza di habitat di rilevanza a livello europeo. I boschi ed i pascoli del Monte furono esplorati da alcuni fra i più grandi botanici napoletani all’inizio dell’800 e poi fra la seconda metà del ‘800 e l’inizio del ‘900. Dopo quasi un secolo un inventario delle specie botaniche completo e realizzato secondo metodi moderni è necessario soprattutto per la gestione consapevole del territorio.
Per fare ciò gli studenti stanno percorrendo l’intera area SIC del Monte Maggiore eseguendo rilievi della sua flora e addestrandosi per divenire dei tassonomi vegetali, in grado cioè di riconoscere le molteplici specie botaniche presenti. Attualmente l’archivio dei dati raccolti contiene diverse centinaia di specie. Fra queste il borsolo, alberello presente in quasi tutti monti della provincia ma difficile da osservare, cresce qui con numerosissimi individui.  L’acero di Lobel è invece un albero endemico del centro-sud Italia ovvero in tutto il mondo lo si può trovare solo nei monti dell’Italia dall’Abruzzo alla Calabria.  Singolare, inoltre, è la presenza di faggete a quote insolite, a partire già dai 400 m di quota. Sulle rupi di vetta ci troviamo di fronte, a neppure 1000 metri di quota, ad una vegetazione che nulla ha da invidiare alle vette delle montagne più alte dell’Appennino.

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