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CASAL DI PRINCIPE – Estorcevano soldi a titolare di un lido, arrestati tre affiliati dei Casalesi

CASAL DI PRINCIPE – Nella   mattinata    odierna,    nell’ambito   di   un’indagine   coordinata   dalla   Procura    della Repubblica  di   Napoli   –  Direzione  Distrettuale   Antimafia,  i  Carabinieri  del   Nucleo Operativo della  Compagnia di Casal  di Principe  hanno  dato  esecuzione ad un’ ordinanza di custodia  cautelare  in carcere,  emessa  dall’Ufficio GIP presso  il Tribunale di Napoli,  nei confronti   di  3 indagati   gravemente  indiziati   a vario  titolo  di  estorsione  aggravata  dal metodo  mafioso  (art. 629 c.p. e art. 7 L. 203/91).   I soggetti  destinatari della misura  cautelare sono: Bitonto  Luigi,  del ’76; Schiavone Vincenzo, del ’66; Perrone  Pasquale, dell’80. L’indagine, condotta   nei  mesi  di  ottobre   e novembre  2013 attraverso  l’escussione delle vittime   e  la  ricostruzione  del   contesto   criminale  in  cui   operavano   gli  indagati,   ha consentito  di  accertare   episodi   estorsivi   in  danno   di  imprenditori  del  litorale   domizio commessi dagli  odierni  arrestati  facendo  valere  la forza intimidatrice che promanava dalla loro appartenenza al Clan dei Casalesi- fazione  Bidognetti. Gli episodi  ricostruiti all’ esito  delle  indagini   riguardano  richieste  estorsive  realizzate ai danni  di un lido balneare  site in località Bagnara  di Castel Volturno dove  gli indagati BITONTO e SCHIAVONE si erano  recati in diverse  occasioni richiedendo,  a nome  II degli amici  di Casale”, l’elargizione di una  somma  di denaro  quale  regale  per i carcerati,  somma poi   effettivamente   consegnata   dal   titolare    del   lido   che,   in   seguito,    rivelava    agli investigatori  i fatti  da  lui  subiti.   Altro  episodio   oggetto   di  contestazione  riguarda   un tentativo  di estorsione, contestato al solo Perrone  Pasquale, dell’ 80, posto  in essere ai danni del titolare  di un distributore di benzina  site sulla 55 Domitiana di Castel Volturno. II Giudice  per  le indagini   preliminari, concordando con la ricostruzione operata   dal PM, ha  ritenuto   sussistenti  i  gravi  indizi   di  colpevolezza  e  le concrete   ed  attuali   esigenze cautelari  che 10 stesso PM aveva  posto  a fondamento della richiesta  di misura  coercitiva. I tre  indagati   al momento   della  notifica  del  provvedimento  risultavano  già  detenuti per altra causa.

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