Ultim'ora

VAIRANO PATENORA – Famiglia sequestrata, gli accusati: dette solo falsità. E scattano le controdenunce

VAIRANO PATENORA –  La vicenda del presunto sequestro di una famiglia nella propria abitazione di Via Roma di Vairano Patenora che sarebbe avvenuto la sera di sabato 27 agosto scorso, di cui abbiamo riferito domenica 04 settermbre scorso, registra nuovi sviluppi. Apprendiamo, infatti, dall’Avv. Fabrizio Zarone che i suoi assistiti, A.C. M.C.  L.G. M.B., avrebbero ratificato stamattina tre distinti atti di denuncia-querela, questi ultimi due ipotizzando addirittura il reato di calunnia ai propri danni, contro E. e R.A. ossia i coniugi che li avrebbero denunciati quali autori del presunto “sequestro di persona” di cui sarebbero stati vittima la sera di sabato 27 agosto.
La versione dell’episodio in contestazione che viene fuori dalle suddette denunce-querele è diametralmente opposta a quella fornita dalle presunte vittime. In particolare, M.C. riferisce di essere stato effettivamente contattato da G., inquilino occupante, in forza di regolare contratto registrato, un appartamento di cui è comproprietario con la madre e sito nello stesso stabile in cui insiste l’abitazione di E. perchè quest’ultimo, oltre a parcheggiare il proprio autoveicolo in uno spazio comune (ragion per cui vi era già un contrasto tra le parti) attraverso il quale si accede ad un sottoscala in uso al Gheroge, aveva occupato il residuo scarso spazio rimasto con materiali di costruzione vario utilizzato per dei lavori edili in corso di esecuzione nell’appartamento di E., rendendo di fatto impraticabile l’accesso al sottoscala, come si può evincere da rilievi fotografici effettuati l’indomani e di essersi recato, in compagnia del solo G., presso l’abitazione di E. ma al solo fine di invitarlo civilmente a consentire al proprio inquilino di poter accedere al sottoscala in suo uso.
Ma, E. si faceva negare dalla moglie che aveva risposto al citofono, limitandosi ad apostrofarlo dall’interno della sua abitazione, a quanto riferisce M., con offese e minacce, come poco prima avrebbe fatto con la madre, A., che aveva avanzato analoga richiesta telefonicamente.
Tanto sarebbe vero che M.C. non fosse animato da alcuna intenzione bellicosa che, come riferisce Egli stesso, avrebbe atteso tranquillamente l’arrivo della pattuglia dei Carabinieri sui luoghi per cercare di dirimere bonariamente la questione. Grande, quindi, sarebbe stata la sua sorpresa nel leggere la versione dei fatti fornita da E. e dalla moglie. M., inoltre, nega di aver mai colpito in alcun modo il portoncino che da accesso all’abitazione di E. che nei rilievi fotografici da lui effettuati poco dopo risulterebbe, infatti, intatto.
Ancora più grande, poi, sarebbe stata la sorpresa da parte di L.G. e di M.B. di vedersi attribuire il ruolo di partecipi a tale presunto “sequestro di persona“. I due, infatti, si dichiarano sicuri di poter dimostrare di non essere stati proprio presenti sui luoghi la sera di sabato 27 agosto scorso in quanto L. avrebbe trascorso tutta la serata presso l’abitazione della sua ex compagna perchè il proprio figlio di quattro anni (che aveva diritto di vedere e tenere con sé quel sabato sera) era febbricitante e M. si sarebbe trovato addirittura in Calabria in vacanze. M.B., infatti, attraverso il suo difensore Avv. Fabrizio ZARONE, si dice sicuro di poter dimostrare di essere partito insieme alla propria compagnia la notte tra venerdì 26 e sabato 27 agosto scorso per trascorrere un periodo di ferie di una settimana accordatogli dalla società per la quale lavora in Papanice di Crotone, ove sarebbe giunto la mattina di quel sabato 27 agosto scorso alle ore 11,30 ca. a Crotone e si sarebbe trattenuto ininterrottamente in Calabria fino a sabato 03 settembre scorso. Tutto ciò sarebbe dimostrato e dimostrabile, oltre che dalle deposizioni delle varie persone con le quali ha trascorso o ha incontrato in detto periodo di ferie, anche dal fatto che in questo periodo M. avrebbe ovviamente fatto uso della propria utenza cellulare (con relativa localizzazione delle celle agganciate durante le conversazioni), della propria carta di credito (effettuando anche prelievi da ATM della zona in cui avrebbe trascorso le vacanze), avrebbe pubblicato foto che lo ritraggono sul lungomare di Crotone quella sera sul proprio profilo facebook, etc.. Insomma, a quanto pare solo un sosia (se esiste) di Mike poteva essere notato da qualcuno la sera del 27 agosto scorso in Vairano Patenora.
Ma, si ha motivo di ritenere, che i Carabinieri avranno senz’altro identificato le persone presenti quella sera in Via Roma di Vairano Patenora e le indagini che l’Autorità Giudiziaria avrà modo di disporre accerteranno quanto effettivamente accaduto quel sabato sera. Gli esposti ratificati dagli assistiti dell’Avv. Fabrizio ZARONE, infine, chiederebbero all’Autorità Giudiziaria di verificare anche se nei vari post in cui si sono profusi diverse persone che hanno commentato la versione dei fatti fornita da E. sul proprio profilo facebook, definendoli, ad esempio, “bravi” e “scagnozzi”, siano ravvisabili gli estremi della diffamazione. Insomma questa incresciosa vicenda non sembra proprio voler finire qua ……
vairano-lite-1 vairano-lite-2 vairano-lite-3 vairano-lite-4

Guarda anche

LIBERTA’ DI STAMPA, DI TRAPANI: “L’TALIA RETROCEDE”

Napoli – “L’Italia retrocede. La libertà di stampa in Italia arretra. La democrazia in Italia …