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Gianfranco Di Caprio, ex consigliere di minoranza, attuale faro del governo alifano

* Esclusiva video * ALIFE – SCANDALO ISOLA ECOLOGICA E LA BONIFICA DEL “PIFFERO”. TANTI DUBBI E UNA SOLA CERTEZZA: SOLDI PUBBLICI BUTTATI (IL VIDEO)

ALIFE – Il caso dell’Isola ecologica di Alife, in località Jungere, esplode e assume i contorni dello scandalo. I dubbi sono tantissimi. Le certezze pochissime, anzi una sola: soldi pubblici buttati. Nell’indifferenza genrale. Tanto a pagare sono sempre i cittadini.  I rifiuti sono ancora tutti nell’area. Eppure doveva essere bonificata. Lo chiese espressamente il municipio alifano alla Procura della Repubblica quando presentò richiesta per il dissequestro. Invece, è tutto come prima, o forse ancor peggio. Se finisce sotto accusa l’amministrazione comunale interessata – quella guidata da Giuseppe Avecone – che avrebbe dovuto guidare quella bonifica, finisce allo stesso modo sotto accusa l’allora minoranza consiliare – quella guidata da Gianfranco Di Caprio, uno famoso in tutto il Matese per il suo spirito ambientalista e per essere autentico paladino della legalità – che non avrebbe sorvegliato sull’operato della maggioranza.
Intanto, da oltre 5 anni, quantità enormi di rifiuti, di diversa tipologia, giacciono  sul terreno nell’area comunale Jungere, continuando a determinare un grave inquinamento ambientale con probabile interessamento anche delle falde acquifere sottostanti. Qualcuno ad Alife si chiede che lavori abbia eseguito sull’area l’impresa Termotetti Costruzioni srl per ricevere l’importo di circa euro 50mila se i rifiuti continuano ad essere depositati in loco esattamente dove si trovavano 5 anni prima?  Cosa è stato fatto per evitare in questi anni si verificasse un ulteriore abbandono incontrollato di rifiuti in un’area facilmente accessibile da chicchessia? Cosa ha fatto l’amministrazione  Avecone  per controllare l’evoluzione della vicenda? Perché sono passati 5 anni senza che nessuno  componente del consiglio comunale abbia sollevato il problema?
Per anni utilizzata quale “stazione di trasferenza” dei rifiuti provenienti dalla raccolta ovvero come area ove le varie tipologie di rifiuti venivano  momentaneamente depositate in cassoni scarrabili prima di essere trasportate agli impianti finali di trattamento. Questa è la storia.
In data 29/4/2011, a seguito di un controllo dei Carabinieri veniva accertato uno stoccaggio nell’area di circa 500 mc. di rifiuti in violazione della normativa del settore. Tale stoccaggio era stato causato dalle diverse inadempienze contrattuali delle imprese affidatarie del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti solidi urbani che avevano in gestione l’area in questione. La Procura della Repubblica di S.Maria C.Vetere apriva il relativo procedimento penale iscrivendo tra gli indagati il sindaco facente funzioni Maddalena Di Muccio, il responsabile del servizio Accarino Claudio ed i titolari delle imprese che gestivano il servizio. Le posizioni della Di Muccio e di Accarino venivano successivamente archiviate dalla Procura della Repubblica perchè “il fatto non sussiste”.  Nel mese di maggio 2011, su richiesta del Comune di Alife, la Procura della Repubblica concedeva il “dissequestrotemporaneo dell’area per poter consentire all’Ente di procedere alla bonifica del sito. L’amministrazione comunale retta dal Sindaco Giuseppe Avecone, insediatasi nel giugno del 2011, con determinazione n.136 dell’Area A.T.A. del 26.07.2011, approvava il bando di gara per l’appalto delle opere relative ai lavori di “ Bonifica e smaltimento dei rifiuti pericolosi e non, presenti nella stazione di trasferenza e trasbordo ubicata in località Jungere”.
Nelle more dell’espletamento delle procedure di gara veniva accertato un incendio divampato  sul sito, le cui fiamme venivano soffocate tramite lo scarico di terriccio. Con successiva determina dell’Area A.T.A. n.182 del 27.10.2011 venivano aggiudicati definitivamente i suddetti lavori all’impresa Termotetti Costruzioni s.r.l., con sede in Gioia Sannitica, per un importo totale di appalto di € 63.572,73, di cui €  60.845,46 per lavori, al netto del ribasso offerto in sede di gara del 31%. I lavori di bonifica venivano consegnati all’impresa in data 01.02.2012 con termine di scadenza per l’ultimazione lavori al 30.03.2012. In data 18.06.2012 i lavori di bonifica venivano definitivamente sospesi per la redazione di una perizia di variante richiesta dall’impresa. In data 02.07.2012, veniva redatto SAL n.01 dei lavori per l’ammontare di € 48.706,25, iva inclusa, somma che veniva corrisposta alla Termotetti costruzioni s.r.l.  con due mandati n.769/2012 e n.1393/2013. Successivamente l’impresa  Termotetti Costruzioni s.r.l., per il tramite del proprio legale, comunicava che il contratto relativo ai lavori era da considerarsi risolto “ipso iure” essendo la sospensione dei lavori superiore ai 6 mesi e poiché le mutate le condizioni nel tempo non consentivano di concludere il cantiere, Pertanto, in data 16/7/2015, ossia ben 3 anni dopo dall’affidamento dei lavori, con nota prot.5974 del 16.7.2015, il Comune di Alife  interrompeva il rapporto con la Termotetti Costruzioni s.r.l. procedendo alla risoluzione contrattuale.
Infine, in data 17.9.2015  con determina n.76 dell’Area A.T.A., registro generale n.341 del 17.9.2015, si dava incarico per l’esecuzione delle opere di recinzione e messa in sicurezza  dell’area in località Jungere.

ECCO IL VIDEO DELLO SCANDALO

 

 

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2 commenti

  1. …e poi ci lamentiamo di certe ditte….!!

  2. COME, IL SUPER ASSESSORE….