Roma – “Paese strano e per molti versi, schizofrenico, il nostro. Da sempre, Ministri, responsabili sanitari, a vari livelli, hanno invitato a non intasare il pronto soccorso, rivolgendosi, invece, al proprio medico di base. Ora si vuol fare una “rivoluzione sanitaria”. Così ha dichiarato il Segretario Nazionale del Sindacato Comparto Sicurezza e Difesa (SCSD/S.E.L.P.), Anna Paternostro. “Gli studi medici, dovranno rimanere aperti, dalle 8 alle 24, peccato che per questa operazione, non sia stato stanziato un soldo. Per ogni emergenza, dalle 24 alle 8, bisogna rivolgersi al “118” o al pronto soccorso. L’allungamento dei tempi, per i medici di base, comporta, automaticamente, la cancellazione della “guardia medica” notturna, cioè, si elimina chi svolge un servizio importantissimo ed essenziale: una visita domiciliare, una consulenza telefonica, evitava di andare in ospedale, affollare i “pronto soccorso“, insomma, si crea caos ed inefficienza. Sfuggono criteri, funzionamento, copertura dei tempi, il ruolo dei medici di base, il Ministro della salute”, ha continuato Paternostro, “dovrebbe spiegare in dettaglio, con quali criteri e condizioni, gli studi medici potranno assicurare il servizio, dalle 8 alle 24. Forse si pensa di risparmiare, abolendo la Guardia Medica. A giudizio del SCSD/S.EL.P.”, a concluso Paternostro, “il risparmio sarà irrisorio e si creerà solo ulteriore disservizio e diminuzione dell’offerta sanitaria, ai cittadini”.