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PIEDIMONTE MATESE – La Vie Comique al Teatro- oratorio di S. Maria Maggiore Sabato 02 Gennaio 2016 e Domenica 10 Gennaio

(di Staffiero Alessandro) Sabato 02 Gennaio 2016 ore 20.30 e Domenica 10 Gennaio presso il Teatro-oratorio di Santa Maria Maggiore, Piazza Roma –  Piedimonte Matese, nel cuore del Parco regionale del Matese, in collaborazione con Anspi Oratorio parrocchiale di Sana Maria Maggiore “Pro Arte” Centro di Arti Terapie e Formazione Artistica e Musicale e il centro di ricerca e sperimentazione teatro-arte-cultura Il Colibrì,  presentano: “LA VIE COMIQUE” . Due atti unici liberamente ispirati alla poetica dell’Assurdo di A. Cechov e di E. Ionesco.
Libero adattamento e regia di Antonio Iavazzo,con Angelo Rotunno, Claudia Orsino e Vincenzo di Marco, assistente alla regia Alessia Gambella.Lo spettacolo è composto da due atti unici che sono liberamente ispirati a Una proposta di Matrimonio di A. Cechov e a Il Quadro di E. Ionesco. Una menzione particolare va certamente riservata al testo di Ionesco. Infatti questa opera non è MAI stata rappresentata e costituisce un’ANTEPRIMA ASSOLUTA in Italia. Si tratta di due rappresentazioni legate in maniera indissolubile ed evidente dalla cifra del grottesco e dell’apparente irrazionale che governa il nostro quotidiano e che ci impedisce di trascendere e di aspirare a quella quota di “divino” che ci appartiene e che, pure, ci sembrerebbe dovuta.
Questi “scherzi teatrali” ruotano intorno a piccoli fatti precisi, quotidianità, che servono da pretesto per mettere in funzione un meccanismo e svilupparlo in un crescendo vorticoso, ove prevale la graffiante ironia e la cifra del grottesco è sempre intensa. Personaggi isterici, voltafaccia improvvisi, indecisioni costanti, sbalzi d’umore, sono alcune delle caratteristiche che ricorrono all’interno di questi piccoli capolavori teatrali. “Nella vita raramente si dicono cose intelligenti.” – confidò una volta Cechov ad un amico – “Per lo più si mangia, si beve, si bighellona, si dicono sciocchezze. Ecco che cosa bisogna far vedere in scena. Bisogna scrivere un lavoro in cui i personaggi entrano, escono, pranzano, parlano del tempo… perché cosi avviene nella vita reale.” Dietro la raffinata allegria si scorge chiaramente la portata eversiva di questi testi de una sottile e velenosa critica alla società borghese e frustrata e al limite del collasso. E al tempo stesso traspare qualcosa di più grande: la profonda umanità dei personaggi emerge nella commistione di tragico e comico, nel senso amaro ed ironico della vita.

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