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CASERTA – Un campo per centinaia di immigrati al rione Tescione di Caserta; la popolazione: “è guerra”

CASERTA (di Nando Silvestri) – Un campo per centinaia di immigrati al rione Tescione di Caserta; la popolazione: “è guerra”.   Stato di massima allerta al rione Tescione di Caserta dove, seconde indiscrezioni trapelate da ambienti istituzionali, sembra farsi strada l’ipotesi della imminente realizzazione di un campo per l’accoglienza di centinaia di immigrati. “Se prefetto e questore daranno il loro placet al suddetto progetto ci sarà guerra”. Queste le parole lapidarie e gelide di molti contribuenti casertani residenti nel quartiere suddetto e in quelli limitrofi. Non si tratta di slogan razzisti come qualche buontempone potrebbe maldestramente insinuare travisando la realtà, bensì di una presa di posizione ferma e inderogabile nei confronti delle istituzioni manchevoli. Nel rione Tescione lo Stato è scarsamente sentito, non tanto per l’assenza di educazione civica nel background dei numerosi abitanti che lo popolano, quanto per la strafottenza cronica che le maestranze hanno mostrato nei confronti delle problematiche che lo affliggono da decenni. Il quartiere in oggetto e quelli adiacenti sono considerati da tempo immemore un mero serbatoio di voti da accaparrarsi nei modi più disparati. Lo sa bene Pio Del Gaudio e tutti i suoi predecessori che, come lui, hanno ridotto il rione ad una favela brasiliana o ad una pattumiera. Per impedire la divulgazione di notizie scomode inerenti grossi quantitativi di spazzatura sotterrata in un canalone sterrato perpendicolare alla via Buozzi e per custodire i sostegni politici utili alla sua poltrona di sindaco, Del Gaudio, in passato ha esercitato pressioni sulla redazione di un noto quotidiano casertano allo scopo di impedire al sottoscritto di  seguitare a scrivere dello scabroso argomento. Insomma il quartiere adiacente alla scuola di polizia è sempre stato e continua ad essere il “rifugium peccatorum” della politica casertana che non ha mai disdegnato l’opportunità di piantarvi grane a più non posso. Dalla sicurezza nelle scuole a quella nelle strade, dalla manutenzione delle infrastrutture alla segnaletica, dall’illuminazione all’igiene, dai disservizi amministrativi alla soppressione di attivi presidi di aggregazione sociale e culturale: al rione Tescione mancano da tempo immemore edificanti crismi e concreti presupposti che ne consentano in qualche modo l’integrazione con il resto della città. Non si ravvisano dunque le condizioni favorevoli all’ospitalità e all’integrazione con genti afflitte da difficoltà gravissime e degne di nota, comunque inconciliabili con quelle del contesto rionale. L’integrazione è un processo lento e sistematico che può essere costruito solo su solide basi civili e  profonde sinergie con l’intero panorama urbano e territoriale di appartenenza, piuttosto che sull’attuale stato di abbandono. Dunque, un’invasione di etnie attribuirebbe al rione Tescione soltanto ulteriore degrado e invivibilità che confluirebbero inevitabilmente in uno stato di tensione galoppante e iraconda indignazione. Se le autorità hanno già scelto in tal senso saranno le uniche responsabili di agitazioni e insidiose inquietudini che potrebbero ingenerare vere e proprie tragedie in tutte le zone circostanti. Il tornaconto economico di intermediari e politicanti gravitante attorno all’immigrazione e alla sua propaganda non rimuove minimamente la precarietà diffusa a tutti  i livelli tra gli abitanti della periferia. Essi, a tal proposito, hanno già pianificato in maniera coesa strategie comuni e condivise  linee d’azione a difesa della propria dignità. Non ci aspettiamo che le istituzioni comprendano le ragioni argomentate precedentemente, ma che si assumano la responsabilità delle probabili complicazioni e delle possibili provocazioni che potrebbero derivare da una scelta così destabilizzante e sconnessa.

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un commento

  1. Francamente, non capisco dove verrebbe allestito questo campo… nel campo di calcetto della chiesa di S. Pietro? Nel piccolo parco che accoglie la statua di Padre PIo? C’è qualche struttura abbandonata idonea alla ricezione degli immigranti? la situazione è difficile per tutti, ma almeno non fomentiamo altro odio, razzismo, e soprattutto ansie e paure per gli abitanti del rione. Se c’è un colpevole, quello è stato.