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CASAL DI PRINCIPE – Clan dei Casalesi, arrestate sei persone. C’è anche ex consigliere provinciale

CASAL DI PRINCIPE. Nel pomeriggio di ieri 31 marzo personale della Polizia di Stato ha arrestato sei pregiudicati, tutti orbitanti nell’ambito del clan dei casalesi in esecuzione di altrettanti provvedimenti emessi dalla Procura Generale presso la Corte di Appello di Napoli. ARRICHIELLO Lorenzo, 60enne di Casal di Principe (CE), colpito da OES emesso dalla Procura Generale presso la Corte di Appello di Napoli, dovendo espiare la pena definitiva residua di anni 2 di reclusione in relazione al reato di intestazione fittizia di beni, aggravato dal fine di agevolare l’associazione di stampo mafioso denominata clan dei casalesi; CATERINO Giacomo, 44enne di S. Cipriano d’Aversa (CE), pregiudicato, in quanto colpito da OES emesso dalla Procura Generale presso la Corte di Appello di Napoli, dovendo espiare la pena definitiva di anni 2, e giorni 2 di reclusione in relazione al reato di “turbata libertà degli incanti”, aggravato dal fine di agevolare l’associazione di stampo mafioso denominata clan dei casalesi; FERRARO Luigi, 51enne di Casal di Principe (CE), siccome colpito da OES emesso dalla Procura Generale presso la Corte di Appello di Napoli, dovendo espiare la pena definitiva residua mesi 11 e giorni 8 di reclusione per concorso nell’associazione di stampo mafioso denominata clan dei casalesi; NOVIELLO Bernardino, 40enne di S. Cipriano d’Aversa (CE) in quanto colpito da OES emesso dalla Procura Generale presso la Corte di Appello di Napoli, dovendo espiare la pena definitiva residua di anni 1, e mesi 8 di reclusione in relazione al reato di “turbata libertà degli incanti”, aggravato dal fine di agevolare l’associazione di stampo mafioso denominata clan dei casalesi; SCHIAVONE Luigi, 67enne di Casal di Principe (CE), pregiudicato, in quanto colpito da OES emesso dalla Procura Generale presso la Corte di Appello di Napoli, dovendo espiare la pena definitiva di anni 3 di reclusione in relazione al reato di turbata libertà degli incanti, aggravato dal fine di agevolare l’associazione di stampo mafioso denominata clan dei casalesi; IORIO Tullio, 41enne di Casal di Principe colpito da OES emesso dalla Procura Generale presso la Corte di Appello di Napoli, dovendo espiare la pena definitiva residua di anni 2 mesi 3 di reclusione in relazione al reato di intestazione fittizia di beni, aggravato dal fine di agevolare l’associazione di stampo mafioso denominata clan dei casalesi; I provvedimenti sono stati eseguiti dagli agenti della locale Squadra Mobile nei confronti dei destinatari tutti associati presso la Casa Circondariale competente a disposizione dell’A.G., ad eccezione di ARRICHIELLO Lorenzo e IORIO Tullio si sono costituiti rispettivamente presso il Carcere di Lanciano e S. Maria C.V. Figura di spicco è da considerarsi ARRICHIELLO Lorenzo, suocero di SCHIAVONE Nicola, figlio di Francesco Sandokan, entrambi detenuti in regime di 41 bis, e CATERINO Giacomo, cugino del boss, poi divenuto c.d.g., IOVINE Antonio alias O’ Ninno. Gli arrestati erano stati coinvolti in indagini coordinate dalla Procura Antimafia di Napoli sfociate nella c. d. “Op. Normandia 2” che, nel luglio 2010, aveva portato all’esecuzione di 17 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di esponenti di spicco del clan “dei Casalesi”, in particolare delle fazioni SCHIAVONE e IOVINE, nonché di imprenditori, pubblici amministratori e politici, in relazione ai reati di associazione mafiosa, turbativa d’asta, abuso di ufficio, truffa, riciclaggio ed altro, delitti aggravati dalla metodologia mafiosa e dal fine di agevolare l’organizzazione “dei casalesi”. Le indagini avevano svelato un diffuso sistema di appalti truccati attraverso il quale il “clan” favoriva l’aggiudicazione di gare ad imprenditori contigui all’organizzazione, tra i quali SCHIAVONE Luigi, legato da vincoli di parentela a Sandokan, e NOVIELLO Bernardino, grazie alla complicità di pubblici funzionari e politici. Destinatari delle misure cautelari risultavano, oltre ai capi dell’organizzazione, quali SCHIAVONE Nicola, figlio di Francesco, e IOVINE Antonio, allora latitante, anche FERRARO Nicola, ex consigliere regionale ed il fratello FERRARO Luigi. In particolare, i fratelli FERRARO erano accusati di essersi accordati con i reggenti del “clan dei casalesi”, ricevendo sostegno elettorale in cambio della loro intercessione per agevolare l’aggiudicazione di appalti ad imprese contigue all’organizzazione camorristica, mediando con quegli esponenti degli enti locali sui quali l’amministratore regionale aveva influenza.

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