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PIEDIMONTE MATESE – Cappello delude il nucleo di protezione civile comunale: tutto il direttivo lascia l’incarico

Piedimonte Matese. Il direttivo del Nucleo comunale di protezione civile di Piedimonte Matese lascia l’incarico. Con una nota protocollata lo scorso 17 aprile, tutti i componenti del consiglio direttivo e lo stesso coordinatore Enzo Mone hanno rassegnato le proprie dimissioni dalla carica.  Una scelta che sembra essere stata assunta per dissapori con l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Vincenzo Cappello che negli ultimi anni avrebbe trascurato il nucleo ignorando anche di dargli un sede degna.  La nota, indirizzata al sindaco Vincenzo Cappello, al presidente del consiglio comunale Benny Iannitti, al capogruppo di maggioranza Fabrizio Pepe, al consigliere delegato Alfredo De Rosa (in realtà anche lui dimissionario) elenca alcuni punti rimasti irrisolti, relativi alle richieste avanzate dal Nucleo e alle considerazioni emerse durante una serie di incontri successivi all’emergenza sismica, avuti con l’Amministrazione comunale. In pratica, sarebbero rimaste in sospeso alcune questioni di primaria importanza, fra cui la mancata adozione del nuovo testo del regolamento, l’assenza di un piano comunale di protezione civile (solo grazie ai fondi stanziati dalla Regione successivamente al terremoto anche il Comune di Piedimonte ha avviato le procedure di redazione di un piano intercomunale) e la mancata sistemazione, a breve,  dei locali dell’ex Istituto salesiano, individuati come sede del Nucleo comunale di protezione civile (c’è, in realtà, un progetto di riqualificazione, ma è in attesa di finanziamento). Oltre alle dimissioni dei componenti del direttivo e del coordinatore, ha rimesso la delega nelle mani del sindaco anche il consigliere Alfredo De Rosa, motivando la propria decisione, però, con ragioni prettamente professionali.

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2 commenti

  1. olindo brambillo

    Tra poco rimarrà solo lui, qualche servo (finchè se magna) e il pechinese da compagnia, che poi è quello che comanda davvero sul comune.

  2. E’ una città allo sbando e se ancora regge è perchè è dotata di un alto senso di civiltà. Ma per quanto? I giovani vanno via, schifati da questo politicume inquinante, gli anziani abbandonati a loro stessi, il comune alla mercè del primo stronzo che si alza la mattina e poi: minacce, offese, puzza di piscio, zozzimma….urla! E il nostro primo cittadino (incominciando a contare dall’ultima posizione) che fa finta di niente, chiuso e beato nella stanza dorata ereditata da carlo sarro e circondato dai suoi servi compiacenti e dai suoi lacchè che scorazzano in lungo e in largo convinti di essere i padroni del VUOTO. Ma hanno fatto male i conti, perchè la rivolta dei poveri e degli oppressi è alle porte.
    Noi cittadini confidiamo molto nelle forze dell’ordine, con la speranza che caccino gente ———— condannata, visto e considerato che il predetto “ultimo dei cittadini” ancora lo tiene vezzeggiato a smanettare sugli Atti comunali alla faccia delle legge e della legalità (affinità elettive?) e confidiamo nel Dott. Guarriello, che tanto si è adoperato per perseguire il gota comunale.
    Ai miei amati e cari amati concittadini dico: liberiamo questo pezzo di Sannio Sacro dall’imperante e sciatta presenza —- ritorniamo i guerrieri che siamo stati e che per trecento anni hanno dato scacco al più potente esercito del mondo. SIAMO SANNITI, NON VILI CAMPANI CASERTANI!