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SANT’ANGELO D’ALIFE/PIEDIMONTE MATESE – Caso Raviele, giustizia è fatta: il Tar condanna la scuola

SANT’ANGELO D’ALIFE/PIEDIMONTE MATESE – Francesco Raviele ottiene finalmente giustizia: l’ottava sezione del Tribunale Amministrativo Regionale della Campania condanna l’Istituto Autonomo Comprensivo Giovanni Falcone. I giudici partenopei, lo scorso 19 marzo, hanno infatti accolto il ricorso presentato dal papà di un bambino “affetto da gravi patologie” contro l’istituto scolastico matesino per l’annullamento del provvedimento (prot. n.2595/aa14e del 28.11.13) con cui, nell’ambito dell’istituto comprensivo “Giovanni Falcone”, venivano assegnate in via provvisoria 12 ore di insegnamento di sostegno al minore. Per i magistrati napoletani, “dal certificato della Commissione Medica – si legge nella sentenza – per l’accertamento dell’handicap risulta riconosciuta la situazione di gravità ai sensi dell’art. 3, comma 3, L. 104/92, essendo il minore affetto da gravi patologie che comportano un ritardo psicomotorio del linguaggio. Inoltre, dai documenti prodotti risulta che all’alunno sono state assegnate 12 ore di sostegno, senza però che fosse stato mai redatto il Piano Educativo Individualizzato. Per i giudici del Tar, non bastano neanche le ulteriori 5 ore di sostegno, più altre 5 ore di O.s.a. per l’assistenza scolastica. A riguardo, il verdetto dell’ottava sezione del Tribunale Amministrativo non lascia dubbi: “non risultando comprovata l’adeguatezza delle ore di sostegno – si legge ancora nella sentenza – assegnate al ricorrente rispetto alla patologia accertata, merita accoglimento il ricorso con conseguente obbligo per l’amministrazione di determinarsi sul numero di ore necessarie per la patologia del minore, tramite aggiornamento del piano educativo individualizzato, tenuto conto delle esigenze educative e di istruzione del minore“. In ordine poi a chi dovrà guidare il bambino durante il suo percorso scolastico, i giudici sono altrettanto inflessibili: “All’integrazione dell’orario di sostegno – scrivono i magistrati -, l’amministrazione provvederà anche attraverso l’assunzione di insegnanti di sostegno in deroga…come consentito dall’attuale normativa a seguito della pronuncia Corte Cost. n. 80/2010“. I giudici, se da una parte rigettano la richiesta risarcitoria avanzata dal ricorrente, dall’altra, condannano la scuola al pagamento delle spese di lite quantificate in 1000 euro. Al di là della sentenza, resta l’amarezza per quanto accaduto. Un’amarezza che diventa sconcerto laddove si pensi che le istituzioni in senso lato, molto spesso, precorrano fin troppo arbitrariamente quei sentieri paludosi in cui il richiamo dell’autoritarismo si fa preferire al buon senso. Sbattendo inevitabilmente e incautamente contro quel muro invalicabile chiamato semplicemente giustizia.

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un commento

  1. E’ TUTTA COLPA DELLA PRESIDE E DELLE SUE FIDATE E DOTTE CONSIGLIERE.