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PIEDIMONTE MATESE – Lavori pubblici: Termotetti, un vecchio amore. L’ingerenza di Ferrante e Cappello

piedimonte matese.  L’impresa Imperadore di Gioia Sannitica è un vecchio amore delle amministrazioni comunali matesine. L’attuale assessore Antonio Ferrante e l’allora assessore Piero Cappello (attuale presidente Asi), sono finiti sotto processo per aver imposto ad una impresa – la ditta  Pasquale Florio – di rifornirsi di calcestruzzo dall’impresa gioiese.  Secondo l’accusa l’ingerenza dei due assessori – Ferrante e Cappello – nella gestione dei lavori per la realizzazione del sito di stoccaggio di via Canneto, è forte.
Ferrante, prima impone a Florio di allontare dal cantiere l’impresa Spinosa perchè “non li aveva votati”, poi lo stesso Ferrante unitamente a Cappello impongono a Florio di sospendere la fornitura di cemento  dall’impresa Domenico Cinotti per chè il cemento doveva essere fornito dall’impresa Imperadore di Gioia Sannitica.  Per questi fatti, accaduti nell’estate del 2006 e denunciati dallo stesso Florio, la prima udienza del processo è fissata per il prossimo 28 aprile.

L’accusa
Piero Cappello e Antonio Ferranrte sono accusati di concussione (art 317 c.p.) perché abusando delle loro qualità di assessori del Comune di Piedimonte Matese , nei confronti di Florio Pasquale titolare dei lavori presso l’area di stoccaggio RSU di Piedimonte Matese, che gli erano stati affidati per il tramite del loro interessamento, costringevano quest’ultimo a dare o promettere per se delle utilità, in particolare: Ferrante Antonio, recatosi sul cantiere e rilevato che era necessario fare dei lavori di movimento terra, costringeva il Florio a promettergli che avrebbe mandato via la ditta Spinosa Luigi -alla quale il Florio aveva affidato tale tipologia di opere- giustificando tale richiesta con il fatto che lo Spinosa Luigi non li aveva votati, e ad affidare l’incarico alla ditta di Alessandro Golino (che poi non accettava in quanto il pagamento sarebbe avvenuto con modalità che non lo soddisfaceva).  Piero Cappello e Antonio Ferrante recatisi sul cantiere e rilevato che era necessario fare dei lavori di fornitura e posa di cemento, costringevano il Florio a promettergli che avrebbe mandato via la ditta Cinotti Domenico e ad affi d dfdarli alla ditta Imperadore
di Gioia Sannitica

La vicenda  nasce da una denuncia sporta  da Florio Pasquale che doveva realizzazione di una piattaforma in cemento armato per deposito di rifiuti per conto del Comune di Piedimonte Matese, presso l’area di stoccaggio dei RSU sita in via Canneto. In particolare il Florio ha riferito che incontrò Piero Cappello, all’epoca assessore ai lavori pubblici,  che gli fece cenno di fermarsi poiché doveva parlargli. Il Cappello Piero il quale gli riferì che doveva recarsi con urgenza in Comune e parlare con i tecnici i quali dovevano affidargli un lavoro. Recatosi presso l’Ufficio Tecnico del Comune di Piedimonte Matese, incontrò i tecnici i quali gli dissero che erano già a conoscenza di tutto ossia, ovvero che era l’imprenditore incaricato ad eseguire i lavori per la realizzazione del sito. L’opera da realizzarsi era urgente e gli conferirono l’incarico. Il giorno successivo all’accordo verbale con i predetti tecnici diede inizio ai lavori. Dopo aver organizzato il lavoro, il primo giorno di apertura del cantiere, presso questo, si presentò Ferrante  il quale tentò di imporgli i servizi di un imprenditore che si occupava del movimento terra, tale Golino Sandro, cosa che non fece perché interpellato sia telefonicamente che di persona, Golino, riferì di non essere interessato perché le modalità di pagamento previste dal Comune (ovvero al termine dei lavori) non lo soddisfacevano.
Il Florio, a questo punto, decise di rivolgersi ai tecnici comunali  per prospettargli l’imprevisto anche perché non sapeva come comportarsi, ossia a chi dare incarico con i mezzi meccanici visto che Golino gli era stato segnalato dall’assessore Ferrante ed aveva rifiutato il lavoro. I due tecnici gli dissero di provvedere personalmente a contattare una ditta dello stesso conosciuta. A tal fine prese accordi con la ditta Luigi Spinosa, da Piedimonte Malese, per l’esecuzione delle opere di scavo e movimento terra. A questo punto si presentò nuovamente l’assessore Antonio Ferrante, il quale gli disse che la ditta Spinosa non doveva eseguire i lavori “perché non aveva sostenuto la loro lista alle elezioni comunali”. Successivamente, quando aveva realizzato la predisposizione per gettare il cemento, si presentò sul cantiere l’assessore Piero Cappello il quale gli disse che il calcestruzzo doveva essere fornito dalla ditta Imperadore da Gioia Sannitica.
A tal proposito puntualizzò all’assessore che ciò non era possibile e in quanto avevo preso accordi con la ditta Domenico Cinotti. Nella stessa giornata, quando era in atto la posa in opera del cemento, si recò sul cantiere l’assessore Ferrante, il quale gli disse di interrompere immediatamente la posa del calcestruzzo in quanto questo doveva essere fornito dalla ditta Imperadore di Gioia Sannitica . A questo punto si adeguò alla volontà dei due assessori.
I due assessori, si legge nel fascicolo precessuale, abusando della loro funzione e qualità, imposero al Ferrante di subappaltare opere e forniture a terzi soggetti di loro gradimento.

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10 commenti

  1. voglio fare i complimenti a questo blog.andate avanti,fate uscire tutto il marcio che c’è

  2. Complimenti al redattore .. Ottimo lavoro di indagine e di cronaca. Adesso bisognerà approfondire se il Cappello Piero può essere compatibile come presidente Dell’ASI viste le gravi accuse di reati di concussione che riguardano la pubblica amministrazione. Farebbe il suo dovere politico e morale se si dimettesse spontaneamente senza aspettare la dichiarazione di decadenza. Se non ricordo male così fece il suo predecessore quando venne sfiorato da indagine. Adesso ci sta addirittura il rinvio a giudizio e mica può restare a fare il Presidente ASI?

  3. Mai Democristiano

    Vorrei fare l’elogio di questo magnifico e LIBERO blog, che ci delizia con il suo coraggio e ci incentiva ad intervenire e criticare su questioni che fino a poco tempo fa erano precluse ai cittadini/elettori/contribuenti, quasi ridotti a plebe senza diritti, o trasformati in truppe cammellate buone solo per votare le primarie quando il capo fischia, nella speranza di vedersi buttato un tozzo di pane ammuffito, con il risultato che destra e sinistra hanno dominato (insieme) senza nessuna anima critica a contrastarli e in più, orotetti da una diga fatta di servi, tirapiedi e mediocri.
    Ora anche grazie a Paese News in prima pagina non ci finiscono solo i soliti ragazzetti “nei guai” perchè si stavano sfumacchiando una canna, ma ci finiscono anche i signori comandanti in campo, quelli che vanno dietro le processioni fingendosi fervidi credenti e invece stanno alla fede come Cicciolina alla castità.

  4. Tranquilli, è solo un boomerang che avete lanciato tempo fa che sta tornando con velocità tripla rispetto a quella di lancio. Mi raccomando, elmetto ben allacciato, mutande in kevlar e non piegatevi mai a novanta.

    Ahahahahha….!!!

  5. piddi ripulito

    Complimenti al direttore e agli altri blog che in provincia di Caserta scrivono liberi da influenze e controlli di apparato. Il rinvio a giudizio è di per se grave per fatti del 2006, nel frattempo solo a voler riportare altre inchieste, ricordiamo tra le altre cose lo scandalo della gara di appalto da 26 milioni di euro (!) affidata con il ribasso dell’1% (!!)all’impresa di suoi parenti di Piedimonte; le denuncie del revisore dei conti dell’ASI stesso sulle gestioni clientelari delle consulenze, dei rimborsi e delle assunzioni, funzionario immediatamente rimosso dall’incarico; le denuncie del Tribunale Amministrativo della Campania inoltrate alla Procura della Repubblica, alla Corte dei Conti e alla Prefettura con richiesta di scioglimento del Consorzio stesso. Poi ci si lamnta se i giudici irrompono nelle stanze della politica: ma la Politica, dov’è?

  6. Si è innocenti fino al terzo grado di giudizio, così ci propinano ogni giorno ed ogni politico se ne fa vanto e guai a dubitarne , ricordiamocelo alla imminente tornata elettorale

  7. Rocco Duro-elettore pd pentito

    Ho votato questa lista due volte e non ho mai immaginato che un giorno avrei rimpianto Sarro. Se tornassi indietro mi amputerei le mani con una motosega piuttosto che votare questi.

  8. Leonida contro Serse

    Caro Aladino, ho capito il paradosso del tuo commento, ma sarebbe il caso sfatare una volta per tutte questa favoletta che si è innocenti fino al terzo grado di giudizio di berlusconiana memoria e ormai, grazie alle sue televisioni di m…a è parte della convinzione popolare e del linguaggio corrente.
    Le cose invece stanno in questo modo: se si è colpevoli in primo grado si è “CONDANNATI”. Il secondo e il terzo grado di giudizio possono tanto assolvere, tanto confermare e tanto incrementare la pena. Perciò chi è condannato al primo deve zittirsi e accettare il giudizio.
    Macchione, ad esempio, in questo momento è un CONDANNATO e non serve che lo dimetta qualcuno o che si aspettare che si dimetta spontaneamente, ma sono gli l’artt. 81 e 82 del Testo Unico sull’andamento dei comuni che fanno si che la cacciata sia un automatismo conseguenziale alla sentenza.

  9. Leonida contro Serse

    Caro Aladino, ho capito il paradosso del tuo commento, ma sarebbe il caso sfatare una volta per tutte questa favoletta che si è innocenti fino al terzo grado di giudizio di berlusconiana memoria e ormai, grazie alle sue televisioni di m…a è parte della convinzione popolare e del linguaggio corrente.
    Le cose invece stanno in questo modo: se si è colpevoli in primo grado si è “CONDANNATI”. Il secondo e il terzo grado di giudizio possono tanto assolvere, tanto confermare e tanto incrementare la pena. Perciò chi è condannato al primo deve zittirsi e accettare il giudizio.
    Macchione, ad esempio, in questo momento è un CONDANNATO e non serve che lo dimetta qualcuno o che si dimetta spontaneamente, ma sono gli l’artt. 81 e 82 del Testo Unico sull’andamento dei comuni che fanno si che la cacciata sia un automatismo conseguenziale alla sentenza.

  10. Che schifo.