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RIARDO / SAN NICOLA LA STRADA – RIFUTI E CAMORRA, AI RAGOSTA NEGATO ANCHE UN IMPIANTO A SAN NICOLA LA STRADA

RIARDO / SAN NICOLA LA STRADA – Dopo la bocciatura del progetti per la realizzazione di una fonderia nelle verdi campagne riardesi, è stato respinto anche il progetto per la realizzazione di un grosso impianto per autodemolizioni a Lo Uttaro. Un progetto presentato dalla Ricicla Molisana, una impresa che potrebbe dipendere sempre dal gruppo dei Ragosta.

Con un decreto del 27 marzo scorso la dirigente del settore ecologia della Regione Campania ha respinto la richiesta della Ricicla Molisana di realizzare a Lo Uttaro un nuovo impianto di autodemolizione. Ne da notizia il Comitato Emergenza Rifiuti di San Nicola la Strada. “Se la Regione – scrive il Comer – non avesse opposto giustamente il suo no all’impianto avremo avuto una nuova industria insalubre di I classe nell’Area Vasta da bonificare nonostante l’art. 10 della legge regionale n. 20 del 2013 vieti espressamente l’insediamento di tali tipologie di industrie in quella area. Come Comitato, che da anni si batte per la riqualificazione e la bonifica de Lo Uttaro, esprimiamo soddisfazione per la decisione della Regione che finalmente va nella giusta direzione di impedire ulteriori disagi ambientali su un’area già fortemente inquinata. Non altrettanto possiamo dire dei Comuni che insistono sull’area, in particolare di quello di Caserta, che nonostante i divieti normativi ha concesso ancora una volta parere favorevole alla realizzazione di un impianto insalubre. Se la Ricicla Molisana impugnerà questa decisione della Regione Campania il Comer metterà in campo, come già fatto in passato, tutti gli strumenti a disposizione della società civile per impedire l’ennesimo attacco a Lo Uttaro. Appare perciò sempre più necessario che l’Assessorato regionale all’ambiente si attivi perché si faccia finalmente la caratterizzazione dell’intera Area Vasta così come richiesto dall’ARPAC nel Piano Regionale di bonifica approvato dal Consiglio Regionale nel gennaio 2012. Nelle prossime settimane con ogni probabilità si conosceranno i dati delle analisi sulla caratterizzazione di quella parte dell’Area (circa 20 ettari) occupata negli ultimi quarant’anni dalle discariche. Ma saranno dati parziali che non potranno darci un’idea esaustiva dell’inquinamento complessivo dei tutta l’Area Vasta (196 ettari), inquinamento che in parte non trascurabile è da addebitarsi anche all’attività delle numerose industrie che fin dagli anni ’50 hanno operato in quel lembo di terra a cavallo tra quattro comuni senza controlli sufficienti e che hanno comportato e comportano probabilmente anche i dati preoccupanti sull’incidenza di alcune gravi patologie nella zona. Per fare la caratterizzazione dell’intera Area Vasta servirebbe, in particolare, rendere disponibili i 15 milioni di euro di fondi europei fino a qualche mese fa bloccati per effetto delle procedure di infrazione che pendevano sulla nostra regione. Ma servirebbe soprattutto che quei fondi venissero spesi presto e bene. E su questo il Comer non farà mancare come sempre la propria attenzione”.

E’ stato presentato nell’ottobre 2010 da una società del gruppo, la Ricicla Molisana srl con sede a Caserta, Lo Uttaro, che figurava all’epoca  tra quelle sequestrate e affidate a un amministratore giudiziario. E’ un’azienda citata diverse volte tra le 1204 pagine dell’ordinanza di arresto firmata dal Gip Alberto Capuano. In particolare, nel provvedimento si afferma che la Ricicla Molisana srl, costituita nel 2003, è stata chiamata così per provare a espandere gli interessi del gruppo sul territorio del Molise. E si ricorda che nell’aprile 2008 la Gdf ha avviato 27 accertamenti fiscali su 8 società dei Ragosta, tra le quali anche la Ricicla Molisana srl. Ecco cosa scrive il Gip: “All’esito della verifica, finalizzata al controllo della normativa vigente in materia di finanziamenti agevolati alle imprese, è stato accertato che la Ricicla Molisana srl, quale società beneficiaria, allo scopo di conseguire illecitamente l’erogazione della contribuzione dalla Regione Campania, aveva presentato una perizia giurata non corrispondente al vero e false dichiarazioni sottoscritte dal legale rappresentante…”.

Due anni e mezzo dopo le ispezioni dei finanzieri, la Ricicla Molisana ha depositato l’istanza in Regione Campania per l’impianto di trattamento rifiuti pericolosi a Caserta. E c’è anche un primo ok. E’ scritto in un decreto dirigenziale del 2 dicembre 2011. Col quale il dirigente responsabile certifica che il progetto ha ottenuto l’esclusione dalla procedura di Via (Valutazione Impatto Ambientale). Purché si rispettino alcune prescrizioni di riqualificazione e tutela del territorio: una barriera a verde, accorgimenti per lo scolo delle acque verso vasche a tenuta, depurazione, impermeabilizzazione del suolo. Poi nel consiglio regionale campano qualcuno si chiede se sia il caso di portare a termine l’impianto dei Ragosta. Alla luce delle imputazioni di camorra che hanno colpito gli imprenditori originari di San Giuseppe Vesuviano, e non solo. A sollevare la questione fu il capogruppo di Idv, Eduardo Giordano, con un’interrogazione al Governatore Pdl Stefano Caldoro.

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