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CAPRIATI A VOLTURNO – Caso Iacovone, due anni fa la drammatica morte del giovane poliziotto. I familiari lo ricordano e chiedono giustizia

CAPRIATI A VOLTURNO – “Grazie agli amici, i colleghi, i parenti e tutte le persone che ci sono sempre…grazie a tutti coloro che con la loro presenza hanno testimoniato ancora una volta l’affetto per Giuseppe …grazie a chi ha fatto 500 km per esserci, alle amiche che ci sono sempre ed a quelle che pur non essendoci fisicamente ci sono con il cuore…che da Roma, Palermo ,Milano con un sms hanno detto ci sono…grazie a tutti Voi che ancora credete nell’amicizia leale e sincera…come ci credeva fermamente” . Questo, in sintesi, il messaggio con cui i familiari di Giuseppe Iacovone hanno voluto ringraziare coloro che hanno partecipato alla celebrazione del secondo anniversario della morte del poliziotto di Capriati a Volturno. I familiati, per il secondo anno consecutivo, chiedono giustizia per quel drammatico incidente che costò la vita all’agente impegnato in un inseguimento. “Sono passati due anni i quali non ti abbiamo mai lasciato, e siamo ancora qui a ricordarti, con il cuore gonfio per il dolore di averti perso e di averti perso in quel modo brutale e inaspettato. Facevi il tuo dovere, Giuseppe, rendevi onore alla tua divisa e a tutti noi, a tutto il tuo Paese, era il tuo lavoro e la tua missione, il tuo servizio per la sicurezza delle persone, per la giustizia. Ma ancora nessuna giustizia per te, questo silenzio, questo continuo rinviare ti offende e offende tutti. Abbiamo chiesto, gridato, abbiamo sfilato tra la gente perché venissero date risposte alla richiesta di giustizia per te, per te che hai sacrificato la tua vita, per te che ti sei sacrificato con onore. Non c’è onore in questo silenzio, un silenzio troppo lungo, che apre falle nella fiducia, nel nostro credere in un Paese giusto, nel quale chi sbaglia deve pagare, nel quale chi indaga deve identificare e riconoscere i colpevoli, nel quale è diritto conoscere il colpevole di gesti scellerati come quello che ti ha strappato alla tua famiglia, agli amici, alla vita, al tuo futuro. Eri tanto giovane, Giuseppe, avevi preso in mano la tua vita e avevi scelto di consacrarla al tuo Paese, non ti sei tirato indietro tu, hai continuato a fare il tuo dovere. Ed è dovere di tutti, delle Istituzioni, della gente che ti ha conosciuto e di quella che ha saputo di te solo dalle cronache, è dovere delle madri, dei padri, delle sorelle, dei fratelli, dei figli di questo Paese battersi e pretendere che  non scenda il silenzio, che la giustizia faccia il suo giusto corso, che si dia, nel nome della giustizia, pace e riposo a te e ai tuoi cari che ancora aspettano che qualcuno si faccia avanti, che qualcosa si muova. Noi non ci fermeremo, Giuseppe, ci saranno altre fiaccolate, altre occasioni per gridare forte il tuo nome e pretendere che giustizia sia fatta, solo così ci sarà riposo per te e potrà iniziare per noi tutti una rassegnazione dolorosa ma compiuta”. Questo il ricordo dei familiari di Giuseppe Iacovone, il poliziotto morto due anni fa durante un inseguimento. Per quella morte si attende ancora giustizia.

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