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ALIFE – Scandalo in comune, l’imprenditore Giammatteo a “disposizione” di Sansone. L’ex assessore Rao ordinò un portatile e disse: la fattura intestala al comune

alife. Un sistema ben collaudato per “curare” i propri interessi, a danno della collettività. alifana. Un sistema che non poteva stare in piedi senza  il “concorso” di qualche imprenditore locale disposto a reggere il gioco a Pietro Sansone, avendo, chiaramente un proprio tornaconto economico. E’ il caso di Camillo Giammatteo, commerciante con una fiorente attività commerciale, ubicata porprio davanti la casa comunale di Alife. Quando si dice il destino!  In data cinque marzo 2012 il Pubblico ministero procedeva ad assumerei informazioni da Camillo Giammatteo, il quale ribadiva, anzitutto, il contenuto delle sue precedenti dichiarazioni, precisando poi che i contatti con Pietro Sansone per motivi legati alla fornitura di materiale informatico iniziavano nel 2002; il predetto si recava nel suo negozio oppure lo chiamava ogni volta che gli serviva un articolo di informatica; egli rilasciava la fattura e Sansone lo pagava con i soldi del comune; il materiale acquistato veniva scaricato presso gli uffici comunali; qualche volta era lo stesso Giammateo a farlo, ma più spesso un suo dipendente; capitava talvolta che la merce veniva portata in comune senza però essere installata e che poi il giorno dopo Sansone gli dicesse di andare a prenderla e di portarla a casa sua; non era, tuttavia, in grado di affermare se il computer installato nell’abitazione di Sansone fosse proprio uno di quelli fatturati al comune, ma certamente si trattava di uno dello stesso tipo; oltre a Sansone, presso il suo negozio, passavano anche gli assessori del comune, come Raffaele Rao, il quale ritirava un computer portatile marca HP, dicendogli che la fattura doveva essere intestata al comune di Alife. Un’altra volta lo chiamava per un televisore 42″ dicendogli che serviva all’Accarino dell’ufficio tecnico; tale televisore veniva scaricato presso gli uffici comunali. Pur rendendosi conto dell’anomalia di tali acquisti non faceva domande perché si tratta di acquisti fatti da funzionari pubblici; in altra occasione ancora il Sansone passava per il suo negozio insieme ad un tale Scialla, il quale ritirava due cellulari del valore di 500 – 600 euro ciascuno, che venivano pagati con fatture intestate al comune. Nel corso dell’esame venivano mostrato a Giammatteo un prospetto riepilogativo di tutti i mandati incassati dalla sua ditta negli anni dal 2007 al 2010, dal quale emerge, in particolare, che, in data 16.07.2008, veniva liquidato un mandato di euro 2.994,50, in relazione al quale non venivano rinvenuti il mandato di pagamento e la fattura; a tal riguardo l’indagato confermava che il conto era intestato alla sua società, ma non sapeva dare spiegazioni in ordine a tale pagamento; così come non sapeva spiegare il motivo per cui nei mandati di pagamento siano richiamati più volte gli stessi documenti fiscali.

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un commento

  1. Edmond Dantes

    Sciacalli!Non si vergognano di niente.