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PIETRAVAIRANO – DON PATRICIELLO E LA BANALITA’ DEL BENE

PIETRAVAIRANO  (Salvatore Caggiano) – Oggi, 8 febbraio, a Pietravairano si è svolto l’atteso convegno sulla Terra dei Fuochi, coordinata dal prof. Giuseppe Angelone, con relatore il noto prete anticamorra e ambientalista Don Maurizio Patriciello, coadiuvato dagli interventi del sindaco di Pietravairano Francesco Zarone e del dirigente scolastico Erminia Cortellessa. Per espressa volontà di Don Patriciello il convegno si è svolto nei locali e negli orari delle scuole medie di Pietravairano con l’obiettivo di sensibilizzare gli adolescenti sulle tematiche ambientali di Terra di Lavoro. Don Patriciello si è rivelato un eccellente comunicatore, capace di intrattenere e di appassionare il pubblico, costituito da circa 80 ragazzi, dai docenti e da un congruo numero di adulti interessati. Spostandosi continuamente tra il pubblico e ricorrendo sovente a veri e propri slogan, con un uso scientifico del dialetto, è riuscito a spiegare agli adolescenti le principali distorsioni mediatiche sul tema della Terra dei Fuochi. Ha letteralmente massacrato la retorica leghista che vede i napoletani “sporchi e cattivi, indolenti al punto di non fare la differenziata” che chiedono continuamente l’aiuto del ricco e sviluppato Nord per smaltire la loro immondizia quando la realtà dice che sono stati i grandi gruppi industriali del settentrione a smaltire illegalmente, appoggiandosi alla Camorra, i rifiuti tossici, altamente pericolosi nelle campagne casertane. Ne consegue che la popolazione è vittima di un gruppo di criminali che vede coinvolti camorristi, politici, forze dell’ordine, imprenditori del Nord in un connubio deleterio. In questo contesto i più pericolosi sono i LADRI DI FIDUCIA, coloro che con il loro comportamento gettano discredito sulle istituzioni che rappresentano privando i cittadini della possibilità di ottenere i loro diritti. In particolare l’accusa di Don Patriciello è rivolta a quei sindaci che svendono il loro territorio per una manciata di spiccioli. Agghiacciante il caso dell’ACNA (Azienda Coloranti Nazionali e Affini), di Cengio, in Piemonte, citata perfino da Fenoglio, in cui, a seguito di decennali proteste popolari, di diede il via alla bonifica dei luoghi inquinati semplicemente portando i rifiuti in quel di Giugliano in Campania, città tra le più densamente abitate d’Europa, e già al centro della martoriata Terra dei Fuochi. Pressato dalle domande dei ragazzi il prete anticamorra ha spiegato ai giovani che tutti i risultati finora ottenuti nella lotta alla camorra sono stati dovuti al popolo campano che si è ribellato e ha esortato le nuove generazioni a credere in loro stessi e, soprattutto, ad avere nuovamente FIDUCIA nelle istituzioni, a cercare in ogni attività umana (politica, magistratura, forze dell’ordine, informazione ecc.) le persone responsabili e integerrime, scindendole nettamente dai criminali, con cui collaborare per riportare ad un minimo di vivibilità la Campania. La vera sfida insomma è quella morale più che tecnologica o ambientale in senso stretto.

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3 commenti

  1. Cengio è in provincia di Savona non in Piemonte

  2. Per Franco: il deposito in questione, utilizzato per stoccare i rifiuti dell’Acne di Cengio, era in Piemonte

  3. Salvatore Caggiano

    I rifiuti tossici dell’ACNA di Cengio vennero stoccati nella valle Bormida tra Liguria e Piemonte. In questo caso il deposito era in provincia di Alessandria. Ancora oggi l’area è considerata ad elevato rischio ambientale. Al di là della collocazione geografica quello che colpisce è l’idea che dei rifiuti tossici siano pericolosi in un’area montana, quindi relativamente poco popolata, e siano adatti ad essere trasferiti a Giugliano di Napoli, città di 80.000 abitanti con una densità tra le più alte d’Europa.