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CASERTA – Arrestato il figlio del boss Belforte: era il reggente del clan di camorra

CASERTA – Senza il padre, era Camillo Belforte, figlio del boss Salvatore, il reggente del temuto clan di Marcianise. Fino ad oggi, quando i carabinieri gli hanno stretto le manette ai polsi con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso insieme ad altre tre persone, in un’operazione scattata all’alba nel Casertano. Oltre al reato di camorra, dovrà rispondere delle accuse di detenzione e vendita di armi e materiale esplosivo in base alle ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse su richiesta della Dda di Napoli.  L’attività investigativa messa in campo dai militari, infatti, ha portato al rinvenimento e sequestro, nel corso delle indagini, in particolare in data 7 giugno 2013, di un arsenale composto da 10 pistole, una pistola mitragliatrice e anche una bomba a mano modello ananas, tutte in perfette condizioni e in grado di nuocere.
L’operazione di oggi costituisce un ulteriore sviluppo dell’indagine coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Greco che ha già portato negli ultimi mesi all’emissione di provvedimenti cautelari nei confronti di Angelo Grillo, imprenditore del settore delle pulizie ritenuto da tempo vicino all’organizzazione criminale, Francesco Bottino, ex direttore generale dell’Asl Ce1 e il consigliere regionale del Pdl, Angelo Polverino. Nell’inchiesta sugli appalti per le pulizie vinti dalla ditta di Grillo in alcuni ospedali casertani e che vede coinvolto anche l’ex sindaco di Caserta nonché dirigente Asl Giuseppe Gasparin, figurano persone ritenute prestanome del gruppo camorristico colpiti dai magistrati con un sequestro di beni mobili e immobili del valore complessivo di circa 30 milioni di euro.

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