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MIGNANO MONTE LUNGO – Caso cure staminali, blitz dei Nas in un clinica privata. Il titolare: tutto ok

MIGNANO MONTE LUNGO – Cure staminali, ieri i carabinieri del Nas avrebbero fatto visita in una nota clinica di Mignano Monte Lungo. Probabilmente il blitz potrebbe inquadrarsi all’interno dell’inchiesta sull’uso del metodo stamina. Il titolare della struttura, alla fine del controllo avrebbe manifestato tranquillità affermando che tutto è a posto.

“Ai Nas, venuti qui insieme con quattro funzionari del ministero, abbiamo spiegato che noi non utilizziamo cellule staminali, ma usiamo fattori di crescita rispettando i protocolli scientifici” puntualizza il direttore sanitario Giovanni De Luca, presente nella struttura.

Il controllo sarebbe avvenuto il giorno dopo l’annuncio del comandante dei carabinieri dei Nas, Cosimo Piccinno: il pericolo, avverte, è quello che possano verificarsi in Italia nuovi casi analoghi a Stamina. Un’eventualità confermata anche dal direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), Luca Pani, e dalla senatrice Elena Cattaneo. Ma Piccinno – che ieri, insieme a Pani, ha riferito sulla vicenda nel corso di un’audizione alla commissione Sanità del Senato, nell’ambito dell’indagine conoscitiva su Stamina – ha rivelato anche un altro inquietante elemento: minacce via e-mail sono giunte ai parlamentari contrari al metodo.
«Sono in corso accertamenti amministrativi che potrebbero evolvere in atti di polizia giudiziaria su altri casi di infusioni di cellule staminali al di fuori delle regole con gravi rischi per la salute. Potremmo avere a breve casi di Stamina 2, 3 o 4», ha segnalato Piccinno.
Ed anche Pani ha parlato del «sospetto» che «la deregolamentazione sulle staminali possa aver prodotto altri fenomeni del genere, non solo Stamina».
Un’ulteriore conferma è giunta da Cattaneo: «Anche a me – ha detto – stanno arrivando diverse segnalazioni relative a infusioni di staminali al di fuori della legge. Non vorrei che ci fosse un ‘effetto domino’. Mi è arrivata ad esempio la segnalazione di alcune staminali giapponesi infuse in una ragazzina che a seguito di una meningite ha perso il nervo ottico».
Altro capitolo è quello relativo alle minacce: «In sede di approvazione del decreto Balduzzi – ha riferito Piccinno – sono circolati messaggi di propaganda e minacce verso coloro che avrebbero potuto votare contro gli emendamenti finalizzati alla prosecuzione dei trattamenti Stamina. Da rappresentanti del Movimento vite sospese, che fa capo a Stamina, sono giunti messaggi di minaccia via e-mail ai deputati. Questo è stato segnalato all’autorità giudiziaria».  Pani ha inoltre riferito come anche l’Ufficio brevetti Usa, cui Stamina ha sottoposto due richieste di brevetto, senza esito positivo, abbia posto «molte note di cautela circa la superficialità e i rischi del metodo».  Il direttore Aifa ha quindi annunciato che è stata terminata l’elaborazione delle cartelle cliniche dei pazienti in trattamento a Brescia, ma che data l’eterogeneità dei dati è impossibile fare una valutazione. La metodica, ha commentato, rappresenta «una regressione dei livelli della medicina che fa inorridire».  Il «rischio per la salute pubblica – ha ribadito – è altissimo».  Intanto, Le famiglie dei pazienti in cura agli Spedali di Brescia, riunite nel Movimento per le Cure Compassionevoli, hanno diffidato la direzione ed i 9 medici degli Spedali «responsabili della somministrazione delle cure compassionevoli con Protocollo Stamina» dall’aderire al cosiddetto ‘sciopero bianco’. In serata un finale botta e risposta tra il vice presidente di Stamina Foundation, Marino Andolina – che chiede che le famiglie dei malati vengano ascoltate – e la presidente della commissione Sanità, Emilia De Biasi: «Andolina si informi – ha replicato -. L’elenco delle audizioni è pubblico e sono previste quelle di Stamina Foundation e delle associazioni delle famiglie».

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