Ultim'ora

ROCCAMONFINA – Una roccia per “dissetare” il turista “curioso”

ROCCAMONFINA (Antonio Migliozzi)  – Durante le escursioni sul territorio del nostro Complesso vulcanico o durante le passeggiate con amici non di Roccamonfina, capitava spesso di sentirsi chiedere dove fosse il vulcano.  Questo faceva capire che, per molti, l’idea che hanno del vulcano è quella di un cono più o meno tronco alla sommità: se non vedono il cono, il vulcano non c’è.  Dire loro che Roccamonfina, con tutte le sue frazioni,  è dentro la caldera del vulcano, complicava ulteriormente le cose: all’assenza del cono si aggiungeva il concetto di caldera anch’essa poco visibile date le sue dimensioni, notevoli nel nostro caso. La cosa migliore da farsi, per chiarire questi dubbi, era un disegno a terra che rappresentava il cono originario e la caldera formatasi poi da esso. A questo punto, il consigliere comunale con delega all’ambiente Fiorentino Bevilacqua, ha pensato, di fare realizzare una sorta di “disegno permanente” su roccia locale,  un’incisione quindi, dell’evoluzione morfologica del complesso vulcanico di Roccamonfina e di esporre questa rappresentazione nel luogo maggiormente frequentato dai turisti, sia escursionisti che vacanzieri più sedentari: piazza Nicola Amore.  L’idea del bassorilievo è venuta al consigliere Bevilacqua vedendo le incisioni, su roccia locale e su tufo grigio, fatte da un artigiano locale, Domenico Faella, di Fontanafredda. Domenico (“Mimmo”)  si è dichiarato disponibile ed entusiasta sin da subito a realizzare l’idea (a costo zero!); una ditta locale (Di Petrillo Aurelio) ha messo a disposizione ruspa e camion per il prelievo e il trasporto del masso (idem!). L’incisione è avvenuta in un luogo tranquillo e riparato,  nei pressi, cioè, dell’edificio che ospita il Museo MAGMA.  La roccia scolpita  è stata successivamente trasportata e posizionata in piazza Nicola Amore, in un angolo un po’ defilato, sentiti i negozianti i cui esercizi in quella zona si aprono. Volendo dare una qualche notizia aggiuntiva, ho fatto sì che il masso fosse posizionato in maniera tale che il lato su cui è inciso com’era l’aspetto del vulcano 354.000 anni fa, indicasse, con la sua lettera N (Nord) proprio la direzione del Nord geografico: ponendosi con le spalle alla fontanella, quel lato, e la lettera N, indica il Nord che ho individuato, qualche sera prima del posizionamento del masso, utilizzando proprio la stella Polare. Per quanto riguarda le notizie scientifiche sulla morfologia del Complesso Vulcanico di Roccamonfina, il consigliere Fiorentino Bevilacqua si è avvalso del lavoro di V. Rouchon et al. Temporal evolution  of the Roccamonfina (riportato in Lisa Santello, Evoluzione del Complesso Vulcanico del Roccamonfina, in Il Geosito, Atti del Convegno, Roccamonfina 11 luglio 2009). Il vulcano di Roccamonfina cominciò la sua vita circa 630.000 anni fa. 439.000 anni fa aveva la forma di un cono, l’altezza massima di circa 1800 metri  e un diametro basale di circa 20 km.Questa situazione è raffigurata nel lato rivolto verso via Roma (è da quel lato che comincia il tour nella storia del vulcano di Roccamonfina). In questo lato, il segmento in basso a sinistra rappresenta, in scala, una lunghezza di 5  Km. Se ci si fa caso, il profilo basale del vulcano, è lungo 4 volte questo segmento: dunque, alla base, da un estremo all’altro, esso misurava 20 km di diametro( 4×5 km). L’asterisco indica la quota di 2.000 m sul livello del mare. In proporzione, quindi, il cono aveva, a quella data, un’altezza di 1.800 metri.  439.000 anni fa, quando il vulcano aveva raggiunto le sue dimensioni massime, ci fu il primo crollo che interessò principalmente la zona orientale del complesso. L’antica parete del vulcano, rimase quasi intatta nella zona ad ovest, quella rivolta verso il mar Tirreno.  Eruzioni successive formarono un nuovo cono che seppellì parte della parete del vecchio cono rimasta indenne nella sua parte basale. 354.000 anni fa, anche questo secondo cono “scomparve” lasciando il posto ad una caldera che, a seguito di altre eruzioni, si riempì, nella sua zona centrale, con i rilievi di Monte Santa Croce e Monte Lattani. La caldera, che ospitò inizialmente un lago, è la zona pianeggiante compresa tra i rilievi occidentali, dai quali si può ammirare il panorama mozzafiato del golfo di Gaeta e le 5 isole dell’arcipelago Pontino, l’Abazia di Montecassino e le isole del Golfo di Napoli (Capri compresa) e i più bassi rilievi che, dal lato opposto del Santa Croce, guardano verso il visibilissimo Matese.  La zona in cui la roccia scolpita è posizionata, (come tutta piazza Nicola Amore, del resto) 439.000 anni fa si trovava all’interno del cono vulcanico, a circa 1.200 metri al disotto della vetta, della bocca, cioè, dalla quale usciva la lava;  ben dentro il vulcano, dunque, a 600m dalla base e a un chilometro e duecento metri dalla bocca eruttiva.

Antonio Migliozzi

Guarda anche

CAIANELLO – LE MIGLIAIA DI TURISTI CHE VEDE SOLO LA POLITICA IN TEMPO DI ELEZIONI

CAIANELLO – C’è una piccola stradina periferica che sarebbe visitata ogni anno da migliaia di …