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GIOIA SANNITICA – PER DIFENDERE LA PROPRIA CASA UCCISE UN LADRO, PARTITO IL PROCESSO CAPUOZZO

GIOIA SANNITICA – E’ partito, ieri, il processo a carico di Giovanni Capuozzo, l’operaio che per difendere la propria casa dall’assalto di una banda di ladri, sparò uccidendo un albanese. La moglie della  vittima si è costituita parte civile. L’udienza è stata subito inviata al prossimo marzo quando si deciderà attraverso la formula dell’abbreviato. Quindi in pochi mesi ci sarà anche la sentenza sul fatto che suscitò profondo clamore in tutto il Matese.  Tutto accadde oltre un anno fa quando Capuozzo scoprì nella sua casa alcuni ladri, uno di loro stava forzando la porta d’ingresso che conduceva alla camera da letto delle due figlie. L’operaio allora imbracciò un fucile e fece fuoco; l’arma era caricata a pallettoni – quelli normalmente usati per i cinghiali – e quattro colpi (ogni cartuccia contiene nove proiettili) avrebbero centrato l’alabanese. Successivamente Giovanni Capozzo,  42 anni,  carica il cadavere su un fuoristrada e lo getta nel fiume Voltrurno. Era il sei luglio del 2012;  Dashamir Xhepa, (nella foto) 39enne di origine albanese, non rientra a casa. I suoi amici indicano alla moglie il luogo dove stavano ribando. La donna presenta denuncia e le ricerche dei carabinieri costringono Capuozzo alla confessione. L’operaio indica il luogo dove aveva seppellito il cadavere e fornisce piena collaborazione alla magistratura. Viene arrestato e per alcuni mesi resta in carcere; poi passa ai domiciliari ed ottiene il permesso di recarsi al lavoro.  L’albanese ucciso a Gioia Sannitica venne già arrestato nel 2005 dai carabinieri di Alife perchè ritenuto responsabile di una serie di furti nell’area del Matese. Tutto faceva supporre che l’uomo era una figura di spessore al punto da guidare gruppi specializzati infurti in appartamenti.  A Gioia Sannitica, piccolo centro ai piedi del Matese, il metalmeccanico non è considerato un assassino ma solo un uomo sfortunato che ha tentato di difendere la propria casa e la propria famiglia. Lui la vera vittima di tutta questa vicenda, commentano i concittadini. Del resto, sottolineano in paese, erano mesi che si viveva, ogni notte, con la paura di essere derubati.  Capuozzo, 42 anni, è accusato di omicidio e occultamento del cadavere di Dashamir Xhepa,  39enne di origine albanese da anni residente a Santa Maria Capua Vetere.  La gente non ha dubbi e si schiera al fianco dell’assassino: “ha fatto bene, da mesi siamo terrorizzati dalle scorribande di malviventi senza scrupoli, colpivano particolarmente le case più isolate”.

 

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