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Riardo / Teano / Pietramelara – Francesca uccisa in camera da letto, i giudici del riesame: fu omicidio volontario

Riardo / Teano / Pietramelara – La recente sentenza dei giudici del riesame di Napoli che per la seconda volta hanno valutato la vicenda, hanno scritto una pagina importantissima: l’azione attuata da Vicol Ciprian fu un gesto volontario, non dovuto colposo. Si trattò, in sintesi, di omicidio volontario. Sono state accolte così le richieste avanzate dai procuratori Fiore e Camirlingo che sin dal primo momento hanno accusato il giovane riardese di omicidio volontario. Una tesi che, in sede di convalida dell’arresto, fu sconfessata dal giudice per le indagini preliminari di Santa Maria Capua Vetere che inquadrò tutto in un tragico incidente. La Procura della Repubblica impugnò quella decisione riuscendo, dopo un lungo iter, a far prevalere le proprie ragioni.
Ora, dopo la pronuncia dei giudici del riesame che accusano Vicol di omicidio volontario, i difensori dell’indagato potrebbe ricorrere in Cassazione nel tentativo di far annullare l’accusa. Entro pochi giorni si saprà la loro decisione. Se dovessero scegliere di non ricorrere alla Cassazione, allora la Procura ordinerà l’arresto del giovane riardese con la sua collocazione ai domiciliari.
Le indagini continuano:
Sul caso è stata presentata alcune settimane fa, la richiesta per prorogare le indagini; i pubblici ministero Camirlingo e Fiore chiedono al Giudice per Indagini Preliminari una proroga alle indagini. Una richiesta verso la quale i difensori dell’indagato potrebbero non opporsi. La Procura della Repubblica accusa il giovane riardese di omicidio volontario aggravato da futili motivi e legami sentimentali. Lui, l’indagato, continua a parlare di un tragico gioco finito male (omicidio colposo).
La tragedia si consumò la notte dello scorso 26 ottobre 2022, intorno alle 22e30 quando i due, Francesca Compagnone e Vicol Ciprian, si trovavano in camera da letto di lei, nella villetta di proprietà della famiglia  Compagnone, nella periferia di Riardo. Il 23enne imbracciò un fucile (del padre della vittima) e iniziò a maneggiarlo ritenendolo scarico. Toccò il grilletto e la leva di caricamento almeno tre volte. Improvvisamente l’arma sparò colpendo in pieno viso la sfortunata vittima che si trovava a meno di 50 centimetri dal fucile, un calibro 12 utilizzato dal padre di lei per la caccia. La tragedia colpì tre comunità: Riardo dove Francesca viveva e dove insiste l’attività commerciale di famiglia; Pietramelara paese della madre di Francesca e Teano paese del padre di Francesca.

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