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Piedimonte Matese – Comune, riscossione tributi nel caos: i giudici confermano nullità contratti Aerarium e Pubblialifana

Piedimonte Matese – Nuovo duro colpo inferto dai giudici alla macchina amministrativa del comune del capoluogo Matesino. L’argomento è sempre lo stesso: annullamento dei contratti stipulati con Aerarium P.A. srl e con Pubblialifana. Questa volta a pronunciarsi sono stati i giudici del Consiglio di Stato ai quali il comune di Piedimonte Matese si era rivolto dopo la bocciatura ricevuta al Tribunale Amministrativo di Napoli a cui si era rivolta la SSI srl, estromessa dalla fornitura.
I giudici del TAR, alcuni mesi fa, accolsero il ricorso presentato dalla società Studi e Servizi alle Imprese Srl che chiedeva per l’annullamento della Determinazione del Responsabile del Settore Finanziario Tributi Personale e Attività Produttive del Comune di Piedimonte Matese n. 169 del 22.03.2022, avente ad oggetto l’affidamento dei servizi di € 139.000,000 in favore Aerarium P.A. S.r.l. per “Servizio di supporto alla gestione dei tributi comunali. La società ricorrente produsse ricorso anche per l’annullamento degli atti con cui è stato affidato medesimo servizio, sempre per 139.000 euro, alla Pubblialifana. I giudici partenopei hanno accolsero la tesi della SSI srl che accusava il municipio di Piedimonte Matese di aver affidato la medesima attività da lei prima svolta a seguito dell’espletamento di una gara a due operatori economici individuati senza alcun confronto concorrenziale dopo aver artificiosamente frazionato il servizio e sottostimato l’importo contrattuale. Alla fine il TAR accolse il ricorso e i successivi motivi aggiunti e, per l’effetto annullò gli atti impugnati; dichiarò l’inefficacia del contratto medio tempore stipulato; condannò il Comune di Piedimonte Matese al pagamento in favore della parte ricorrente delle spese del presente giudizio, che liquida in complessivi € 3.000.
Il ricorso in Consiglio di Stato:
Contro tale sentenza i legali del comune di Piedimonte Matese produssero ricorso al Consiglio di Stato chiedendo ai giudici romani di ribaltare la decisione assunta dal TAR Napoli.  Il risultato è stato identico a quello precedente: ricorso bocciato e condanna alle spese per oltre 3mila euro.

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