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BENEVENTO – Carabiniere uccide la moglie e poi si spara un colpo alla gola. La ricostruzione della tragedia

 

BENEVENTO –  Per bloccare la moglie ha tamponato la vettura sulla quale la donna viaggiava. Poi é sceso ed ha esoploso due colpi di pistola attraverso il finestrino. Poi un passo indietro, punta la stessa arma alla gola e si uccide. La donna, Raffaella Ranauro, 41 anni, stava viaggiando, intorno alle ore 13, sulla sua autovettura, un’utilitaria Citroen C3 di colore nero, ma immediatamente dietro vi era un monovolume Peugeot 807 di colore scuro, la macchina con a bordo il marito, Luigi Chiumiento, 46 anni. Lui la stava inseguendo, probabilmente tra i due vi era stata una lite al telefono. Alla Rotonda degli Atleti, località a poche centinaia di metri dallo stadio Ciro Vigorito di Benevento, la donna viene tamponata con l’auto e costretta a fermarsi. Lui è sceso dalla sua auto con in pugno la pistola di ordinanza e ha sparato all’auto della moglie: due colpi, con il finestrino ancora alzato, che di fatto lo hanno mandato in fantumi, hanno ferito a morte la donna, il cui corpo si è riverso sul lato passeggeri. Subito dopo ha fatto un passo indietro e si rivolto l’arma verso di se, sparandosi un colpo alla gola.La coppia di coniugi lascia tre figli: 19, 16 e 9 anni che hanno già ricevuto la visita del comandante della Legione carabinieri Campania di Napoli, il generale di divisione Carmine Adinolfi, e del comandante provinciale, colonnello Antonio Carideo, per fornire loro tutta l’assistenza necessaria. Secondo le indiscrezioni raccolte tra amici e parenti, il rapporto tra i due non più era tranquillo come un tempo, ma mai nessuno poteva presagire una tragedia del genere.Ma ecco la ricostruzione. Sul luogo del delitto è passata una volante del 113, che aveva ricevuto la segnalazione di un assalto armato ad un portavalori. Ma gli agenti della Volante e della Mobile, passando per la rotonda, e notando due autovetture ferme all’ncrocio, di cui una con lo sportello ancora aperto, si sono fermati. La scena che si sono trovati di fronte è stata raccapricciante. La monovolume Peugeot del amrito aveva, difatti, lo sportello lato guida aperto, e la Citroen C3 della donna il finestrino del conducente in frantumi. All’interno di quest’ultima il corpo di Raffaella Ranauro riverso sul sedile del passeggero. Ad un paio di metri, ma sull’asfalto, mentre un rivolo di sangue scorre e si allunga sempre più, quello di Luigi Chiumiento, con lo sguardo rivolto verso l’alto. A poche decine di centimetri la pistola. Alcuni testimoni confermano le prime impressioni sull’accaduto che si erano fatti gli agenti. Sul posto giungono anche i militari del Nucleo investigativo e del Comando provinciale, con il tenente colonnello Dino Fragassi e il colonnello Antonio Carideo, la dirigente della Mobile, Giovanna Salerno. La Scientifica ha subito cominciato ad eseguire i rilievi del caso, tenendo lontani i passanti. Di lì a poco arrva anche il sostituto procuratore Giovanni Tartaglia Polcini. Viene sollecitato anche il professore Fernando Panarese, che aveva da poco lasciato l’aula di Corte di Assise dove avrebbe dovuto deporre come consulente dell’accusa nel processo per il delitto di un agricoltore, che è giunto sul posto per il sopralluogo. In attesa di ulteriori riscontri, anche attraverso l’ausilio delle immagini delle telecamere presenti nell’area, i fatti vengono così ricostruiti. Dopo aver ritirato la pagella scolastica di uno dei figli, Raffaella sta rientrando alla contrada Piano Morra, dove risiede nell’abitazione di famiglia. Il papà era un meccanico molto conosciuto. Luigi non deve lavorare, è in ferie. E’ il giorno del suo onomastico. Ha fatto un salto a San Leucio del Sannio per offrire il caffè ai colleghi. Poi il ritorno in città. Al telefono ha avuto una discussione con la moglie, con la quale è in via di separazione. Da alcuni mesi non condividono più la stessa casa. Hanno litigato, lo facevano spesso per motivi di gelosia. Accuse e sospetti, ipotizzano gli inquirenti. Luigi si mette sulle tracce della coniuge. Vede la sua C3 e la tallona; poi, all’altezza della Rotonda degli Atleti, la sperona. Raffaella sbanda, finisce contro un marciapiede. Un impatto che causa la rottura del paraurti e di una gomma anteriore. Sono istanti agghiaccianti. Luigi ha tra le mani una pistola. Si avvicina alla vettura e, dopo aver gridato qualcosa contro la donna, spara. Lo fa due volte, centrandola all’orecchio sinistro, con il proiettile calibro 9 parabellum attraversa la cavità cranica e sbuca dall’altra parte e, forse di striscio, all’avambraccio che lei alza, poverina, nel disperato e inutile tentativo di difendersi. L’appuntato si punta poi l’arma tra gola e mento e preme ancora il grilletto. Un colpo dal basso verso l’alto, anche per lui non c’è nulla da fare. Le salme vengono trasportate all’obitorio del Rummo, in attesa dell’autopsia. I due coniugi, secondo il racconto dei parenti, erano una coppia inossidabile. Lui aveva lavorato a Mirabella Eclano, poi presso la Compagnia di Montesarchio, dalla quale era stato infine trasferito alla Stazione di San Leucio del Sannio.

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