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foto di repertorio

Caserta / Calvi Risorta – Una banca svizzera per trasformare il tesoro dei Casalesi in euro: quattro arresti

Caserta / Calvi Risorta – Sono stati tratti in arresto i quattro componenti di una organizzazione che attraverso una banca svizzera volevano trasformare il tesoro dei Casalesi in euro. Fra gli arrestati anche un 64enne di Calvi Risorta. Avevano messo in piedi un collaudato sistema criminale, diffuso capillarmente su tutto il territorio nazionale, che aggirando i vincoli previsti dalla disciplina legislativa e sfruttando l’intermediazione di soggetti terzi incensurati, ha tentato di ripulire in tranches di piccoli importi ingenti quantitativi di vecchie lire di provenienza illecita, rimaste ancora in possesso di organizzazioni criminali. I finanzieri del Nucleo speciale di polizia valutaria di Roma e del II gruppo di Napoli, nell’ambito di indagini coordinate dalla Procura di Napoli Nord, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 4 persone (3 in carcere e una agli arresti domiciliari) rispettivamente di 64, 61, 55 e 60 anni, residenti a Calvi Risorta, Acerra (Na), Casandrino (Na) e Napoli, per tentato riciclaggio commesso al fine di riciclare in euro oltre un miliardo di vecchie lire. Tra i quattro figura anche uomo ritenuto legato al clan dei Casalesi. I finanzieri hanno ricostruito più fatti delittuosi avvenuti nel triennio 2014/17 in provincia di Napoli, appurando nella disponibilità degli indagati (privi di capacità reddituale e gravati da precedenti penali) di importi considerevoli di banconote del vecchio conio, non convertite a suo tempo nella nuova valuta tramite i canali ufficiali. Il sistema criminale consisteva nella compravendita delle lire tra i contraenti che, dopo lunghe trattative e incontri clandestini per verificare l’esistenza delle stesse e secondo un tariffario variabile tra il 35% e il 42% del valore originale, riconoscevano agli intermediari una commissione del 2%. Per attribuire all’operazione una parvenza di legalità, venivano predisposti anche documenti attestanti una normale vendita di valuta storica. In base alle indagini, svolte attraverso intercettazioni e perquisizioni domiciliari, in uno dei questi casi a seguito delle trattative di compravendita tra le parti, la conversione finale si sarebbe dovuta concludere presso una banca svizzera.

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