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vairano patenora. “Gli oltraggi subiti dalle popolazioni meridionali sono incommensurabili. Sono convinto di non aver fatto male, nonostante ciò non rifarei oggi la via dell’Italia Meridionale, temendo di esser preso a sassate, essendo colà cagionato solo squallore e suscitato solo odio”. Sono frasi scrfitte dal condottiero Giuseppe Garibaldi, 1868 in una lettera invista ad Adelaide Cairoli. Prendendo spunto da queste parole, un anonimo estensore, ha preparato un manifesto che ripercorrendo gli oltraggi subiti dal Meridione durante l’occupazione piemontese, arriva ai giorni nostri con gli “appeti speciali” che pesano sull’Alto Casertano. “Il 26 ottobre 1 860, venne sancita la perdita della libertà del popolo del Sud di decidere per la sorte propria e del proprio territorio. In 152 anni abbiamo visto svendere i nostri diritti, le nostre ricchezze, la nostra storia, il nostro futuro e, in ultimo, la nostra salute. L’Alto Casertano non è stato immune da tali soprusi! Negli ultimi decenni una classe politica attenta ad interessi diversi da quelli della res pubblica e spesso priva di lungimiranza, ha permesso che il territorio divenisse una piazza di riciclaggio, depredato delle sue ricchezze, mutilato dei suoi sbocchi commerciali e minacciato da rifiuti dalla provenienza incerta. Come nel 1 860 rischiamo di ritrovarci vittime di interessi lontani, di decisioni prese con il sotterfugio e di scelte alle quali mai veniamo resi partecipi. Nessuno difenderà il nostro territorio se non noi stessi”.
SACROSANTO!!!!!
“La nostra storia è ancora quella di ieri. La nostra fu interrotta e si può riannodarla solo nel punto in cui venne spezzata. Non si può scegliere la ripartenza che più conviene. Quel che gli italiani venuti dal nord ci fecero fu così spaventoso che ancor oggi lo si tace nei libri di storia”.
Questo stralcio è tratto dal libro di PINO APRILE “TERRONI” e ci racconta “tutto quello che è stato fatto perchè gli italiani del sud diventassero meridionali”. Non vuole essere un invito all’odio e al rancore verso il nord e i suoi abitanti, ma, semplicemente, la lettura di questo libro deve essere una presa di conoscenza e di coscienza concreta e risolutiva della nostra condizione di eterni “inferiori”. In cuor nostro tutti sappiamo che “inferiori” non lo siamo per niente, ma ci crediamo poco!