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TEANO – Picchia i carabinieri, arrestato e scarcerato 35enne

teano. Si scaglia contro i carabinieri che lo stavano aiutanto. Finisce in manette un 35enne di Teano, da poco tempo trasferitosi a Presenzano. Protagonista della vicenda Antonio Rotondo  che ieri ha subito anche la convalida dell’arresto attraverso la formula della direttissima. I fatti si sono snodati l’altra notte quando l’uomo è ha accusato un malore. E’ arrovata l’ambulanza del 118 che hha provveduto a trasferire l’uomo presso l’ospedale di Sessa Aurunca dove imedici hanno fornito le cure del caso. Più tardi una pattuglia di carabinieri della stazione di Teano, su invito dei medici della struttura sanitaria del San Rocco, si sono recati a Sessa Aurunca. Quando i carabinieri hanno chiesto a Rotondo di seguirlo per riportalo a casa, l’uomo si è scagliato contro uno di militari con una violenza incredibile. Così il 35enne è stato fermato e dopo le formalità di rito è stato sistemato nelle celle di sicurezza. Ieri mattina si è svolta l’udienza di convalida durante la quale il giudice ha convalidato l’arresto. Contestualmente l’uomo è stato rimesso in libertà in attesa del processo che potrebbe partire nei prossimi mesi. Già alcuni mesi l’uomo fu al centro di un intervento dei carabinieri della stazione sidicina.
In quell’episodio, Antonio, girava per Teano armato di pistola. Si trattava di un’arma giocattolo alla quale il 35enne aveva tolto il tappo rosso che serve per distingure le armi giocattolo.  Chiunque usa violenza a un pubblico ufficiale o ad un incaricato di un pubblico servizio, per costringerlo a fare un atto contrario ai propri doveri, o ad omettere un atto dell’ufficio o del servizio, e’ punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni. La pena e’ della reclusione fino a tre anni, se il fatto e’ commesso per costringere alcuna delle persone anzidette a compiere un atto del proprio ufficio o servizio, o per influire, comunque, su di essa. In tema di resistenza a pubblico ufficiale, llatteggiamento sconveniente e prepotente del pubblico ufficiale costituisce il consapevole travalicamento dei limiti e delle modalità entro cui le funzioni pubbliche devono essere esercitate, con lleffetto che la reazione immediata del privato a tale atteggiamento rende inapplicabile la norma incriminatrice di cui all’art. 337 c.p. ai sensi dell’art. 4 d.lg. 288/44 (in applicazione di tale principio, la Corte ha riconosciuto la citata scriminante con riferimento alla reazione dell’imputato al comportamento del vigile urbano che, con arroganza e fare autoritario, lo aveva afferrato per un braccio e pretendeva di condurlo con la forza presso gli uffici della polizia municipale, per identificarlo compiutamente e contestargli formalmente la violazione al codice della strada, già accertata in precedenza.

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