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RIARDO – “GIACOMO MANZÙ: ODISSEA”, LA MOSTRA NELL’ANTICO CASTELLO

Riardo – Partirà sabato prossimo, undici giugno 2016,nelle scuderie del castello  la mostra  voluta dall’Associazione culturale ODISSEO, con il patrocinio del Comune di Riardo. L’iniziativa  si snoda  attorno al mito di Ulisse – che noi preferiamo chiamare Odisseo – visto con gli occhi di Giacomo Manzù, attraverso venti cromolitografie che illustrano appunto l’amato poema omerico. Immenso l’amore di Manzù per Odisseo… «Sì, sono Ulisse», aveva detto Giacomo Manzù, lo scultore bergamasco autore della Porta della morte nella Basilica di San Pietro e che negli anni Sessanta si ritirò nella villa nei pressi di Ardea sentendola come la sua Itaca. L’identificazione dello scultore nell’eroe omerico risale agli anni Settanta. In quel decennio Manzù illustrò l’«Odissea», tradotta da Salvatore Quasimodo, in venti tavole a tempera che vennero donate al Guggenheim Museum di New York. Tra i soggetti delle venti cromolitografie esposte a Riardo ci sono Telemaco, Ulisse nella grotta dei ciclopi e quando acceca Polifemo, e poi le sirene, Scilla e Cariddi, il cane Argo e l’abbraccio tra Ulisse e Penelope. «Questa mostra non è solo un modo per conoscere da vicino il Manzù disegnatore, ma testimonia l’identificazione tra l’artista e il mito di Ulisse, dell’uomo che deve peregrinare»: parole del prof. Ursino che interverrà all’evento inaugurale. In un autoritratto, il volto di Manzù si confonde con quello di Ulisse, così come accade per Penelope che assume i tratti dell’immagine della moglie dello scultore, Inge Schabel. E fu proprio lei a scrivere: «Giacomo Manzù si sentiva Ulisse, l’uomo della perenne ricerca, l’uomo che rischia, che affronta senza paura l’avventura della vita. Ulisse che naviga nella tempesta del mare, dei sentimenti, della battaglia, eppure il desiderio resta ancorato alla patria e alla famiglia». Con il docente auspichiamo che le tavole originali dell’«Odissea», conservate nella prestigiosa sede newyorkese, tornino in Italia proprio per il significato simbolico che il ciclo di opere assume nel contesto di tutto il lavoro di Giacomo Manzù. Carlo Giulio Argan, scrisse: «Le venti tavole dell’Odissea tradotta da Quasimodo non sono certamente illustrazioni da leggere a lato per dare un volto alle figure e una profondità visiva allo spazio della poesia; bisogna sovrapporle al testo in modo da leggerlo quasi per trasparenza: lo spazio e il tempo fluidi e discontinui della poesia, che Manzù visualizza, non sono altro che lo spazio e il tempo dell’immaginazione. L’immaginazione è pensiero e cultura, e ne sono pieni questi disegni d’un patetico pur così immediato e cantabile».
All’inaugurazione interverrà il prof. Mario Ursino, già Vice Soprintendente della GNAM – Galleria Nazionale di Arte Moderna – di Roma e docente di Legislazione Artistica e di Storia dell’Arte contemporanea presso l’Università La Sapienza – Roma – e presso la LUMSA – Roma – attualmente Ispettore Onorario del Ministero per i Beni e le Attività Culturali per la tutela e la vigilanza dell’arte moderna e contemporanea su tutto il territorio nazionale. Nella mostra si troveranno esposte anche alcune sculture dell’artista piemontese Sergio Ùnia, un seguace di Manzù. Sarà possibile visitare la mostra tutti i giorni dalle ore 18.00 alle ore 20.00 fino al 25 Giugno. Sarà possibile prenotare le cromolitografie delle illustrazioni di Manzù dell’Odissea.

locandina

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