RIARDO – “L’assegnazione della gara è stata conseguita grazie ai rapporti corruttivi stabiliti con taluni funzionari dell’amministrazione pubblica locale e con il sindaco di Riardo, Nicola D’Ovidio”.
Questa la pesante accusa che i carabinieri di Caserta muovono contro la fascia tricolore di Riardo e qualche impiegato dello stesso municipio. Un macigno che sembra coprire come pietra tombale l’amministrazione riardese.
Appalto per i lavori al castello e al campo sportivo di Riardo, i carabinieri del nucleo provinciale di Caserta non hanno dubbi: per l’aggiudicazione dei lavori sono stati corrotti il sindaco Nicola D’Ovidio e un impiegato del municipio riardese. La lente della Procura Antimafia arriva a Riardo, paese famoso nel mondo per le sua acque con le bollicine, nell’ambito di una inchiesta ben più vasta partita dai palazzi del potere della regione Campania, quando la governo c’era Stefano Caldoro (non coinvolto nell’inchiesta). Riardo e il sindaco Nicola D’Ovidio entrano nell’inchiesta in merito ad alcuni lavori per il recupero dell’antico castello e per alcuni interventi sul campo sportivo. Lavori, questi ultimi non ancora appaltati. Secondo gli investigatori i lavori di consolidamento e messa in sicurezza della facciata Nord Ovest e di alcuni locali interni del castello di Riardo (progetto realizzato dalla Archicons srl, società al centro del ciclone giudiziario) sarebbero stati aggiudicati al Consorzio Stabile Mediterraneo, grazie all’intervento corruttivo dell’ingegnere Guglielmo La Regina con l’intermediazione di Loredana Di Giovanni. Interventi corruttivi che sarebbero continuati anche per l’appalto dei lavori al campo sportivo.
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