CASERTA – Il Banco di Napoli licenzia una dipendente vedova, il Giudice la reintegra

CASERTA –  Chiunque per età, esperienza o studio, conosce il mondo bancario non può non provare amarezza per quanto  accaduto ad una dipendente del Banco di Napoli che, senza alcuna colpa e/o motivo, si è vista recapitare una lettera di licenziamento. Una sensazione di sconcerto originata non solo dal punto di vista umano, che pur lo merita, ma dalla consapevolezza di assistere impotenti alla disgregazione di valori e di un sistema creditizio che scarica le proprie negatività sulla collettività e sull’economia. In effetti, le banche hanno snaturato la propria vocazione e rinunciato alla propria  “ mission “  in quanto ai legittimi utili rivenienti dall’intermediazione creditizia hanno sostituito gli utili conseguiti da commissioni bancarie ed altre operazioni c.d. “ non finanziarie “.  Lo stesso “ fondo di solidarietà “ era stato concepito dal legislatore per una maggiore tutela dei lavoratori e per tamponare nel sistema creditizio straordinarie ed eccezionali situazioni di crisi aziendali e/o di ristrutturazioni e riorganizzazione.  Ebbene, pur dichiarando annualmente  utili milionari molti Istituti di Credito utilizzano lo strumento del fondo di solidarietà per “ espellere “ dal lavoro dipendenti “ quasi in età di pensione “ per assumerne altri, in proporzioni minori, godendo dei benefici di legge.  In questo contesto Luigia P. , dipendente a tempo indeterminato del Banco di Napoli, vedova, con figli disoccupati a carico e famiglia monoreddito, avendone bisogno, si lasciava tentare dall’incentivo all’esodo e dava una propria disponibilità a risolvere anticipatamente il rapporto di lavoro per poi accedere, a distanza di qualche anno, al trattamento di quiescenza. A distanza di qualche giorno, preoccupata per la volatilità delle norme previdenziali nonché per il fatto che l’assegno di solidarietà non era sufficiente per il sostentamento della propria famiglia, revocava tale disponibilità ad un esodo anticipato. Il Banco di Napoli Le contestava da subito l’irrevocabilità della decisione richiamando l’art. 1329 c.c. e, contestualmente, le significava la cessazione del rapporto di lavoro.  Con atto recettizio Luigia, patrocinata dall’Avv. Pasquale Di Pietrantonio, impugnava tale licenziamento e, con ricorso ex legge 92/2012, c.d. Fornero, impugnava il licenziamento innanzi il Tribunale di S. Maria Capua Vetere, sezione Lavoro chiedendo all’adito Giudice di dichiararne l’illegittimità per violazione della legge 223/91, 604/66 e 92/12 con richiesta di reintegra  nel proprio posto di lavoro. Il Banco di Napoli si costituiva nel giudizio impugnando le argomentazioni a ricorso. La Dott.ssa Alessandra Grammatica del Tribunale di S. Maria Capua Vetere, Sezione Lavoro, con ordinanza accoglieva le argomentazioni della ricorrente, assistita dall’Avv. Pasquale Di Pietrantonio, annullando il licenziamento e reintegrandoLa nel posto di lavoro con condanna del Banco di Napoli alla soccombenza di rito con attribuzione all’Avv. Di Pietrantonio.  Per cui, data l’esecutività della sentenza, Luigia veniva riammessa da subito in servizio. Ma, il Banco di Napoli  con ricorso in opposizione ex art. 1 co. 51 legge 92/2012 si opponeva all’ordinanza del Giudice chiedendone la revoca.  Luigia, sempre assistita dall’Avv. Pasquale Di Pietrantonio, produceva ulteriore comparsa e memorie che venivano reiterate verbalmente all’udienza di discussione del 10.12.2015. Ebbene, con sentenza del 03.02.2016 la Dr.ssa Alessandra Grammatica, quale Giudice del Lavoro presso il Tribunale di S. Maria Capua Vetere definitivamente pronunciando nel giudizio in parola, rigettava l’opposizione prodotta dal Banco di Napoli confermando l’ordinanza del 30.06.2014 con ulteriore condanna del Banco di Napoli alle spese di giudizio. Ora Luigia ha ritrovato un po’ di serenità per Lei e la famiglia ed è bello assistere al diritto che si coniuga con la giustizia.