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VAIRANO PATENORA – Cultura, una serata per ricordare Viviani (il video)

VAIRANO PATENORA – Una serata per ricordare Raffaele Viviani,  grande artista del teatro napoletano. La manifestazione è stata organizzata dall’avvocato Roberto Iannalfo, attore teatrale di buon livello. Antonio Simone ha illustrato la figura di Viviani con un concetto chiarissimo: è un uomo nato artista, capace di realizzare opere mostruose per bellezza, argomento e intensità. La serata si ès volta, alcune sere fa, in un locale vairanese, con buona partecipazione di pubblico.
VivianiNacque la notte del 10 gennaio 1888 a Castellammare di Stabia da Teresa Sansone e Raffaele Viviani Il padre vestiarista teatrale, divenne in seguito impresario dell’Arena Margherita di Castellammare di Stabia. Dopo un tracollo finanziario la famiglia, con i piccoli Luisella e Raffaele si trasferì a Napoli e fu lì che il padre fondò alcuni teatrini chiamati Masaniello. Questi piccoli teatri popolarissimi furono la prima scuola d’arte del piccolo Papiluccio (come veniva chiamato in famiglia).
Raffaele la sera si recava con il padre al teatrino di marionette a Porta San Gennaro entusiasmandosi per le avventure di Orlando e di Rinaldo ma era affascinato dal numero finale del tenore comico Gennaro Trengi, famoso per i gilet coloratissimi, tanto che presto imparò tutto il suo repertorio a memoria. Un giorno il Trengi si ammalò e così, Aniello Scarpati impresario del teatrino, spaventato dal dover restituire i soldi del biglietto propose di far esibire il piccolo Raffaele. Fu vestito con l’abito di un “pupo” che la madre raffazzonò alla meglio. Il Trengi perse il posto, la stampa si occupò del piccolo prodigio che “canta canzoni a quattro anni e mezzo”. Ogni sera accorse più gente per vedere il piccolo Papiluccio che presto ebbe una vera paga per quattro spettacoli serali ed otto la domenica. Gli fu affiancata una giovane cantante, Vincenzina Di Capua come duettista. Nel 1900 con la morte del padre quello che Raffaele aveva fatto per divertimento, dovette continuarlo per necessità. Cominciò a lavorare a cinquanta centesimi per sera, che servivano in parte a sfamare la famiglia. Ma subito comprese che, per farsi strada, avrebbe dovuto differenziarsi dagli altri, e cominciò a scrivere canzoni. Furono anni di miseria ma anche di studio e di formazione, si andava formando nella mente del piccolo artista quella visione poetica di un mondo popolare che avrebbe portato poi alla creazione di un suo teatro.

Il video della manifestazione

 

 

 

 

 

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