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PIEDIMONTE MATESE / SESSA AURUNCA – Ospedali, turni di lavoro ridotti per legge: si rischia stop assistenza

PIEDIMONTE MATESE / SESSA AURUNCA – Sulla sanità campana sta per abbattersi una nuova tempesta. Una nuova legge impone la riduzione dei turni di lavoro. L’ordine dei Medici non ha dubbi: da mercoledì turni di lavoro ridotti per legge, i camici bianchi non bastano. Da giorni i manager dei maggiori ospedali e delle Asl della Campania sono in allerta per affrontare quello che potenzialmente potrebbe essere un vero disastro. A meno di correzioni di rotta dell’ultimo minuto (che comunque determinerebbero pesanti sanzioni in sede europea) da mercoledì prossimo anche l’Italia dovrà adeguarsi a quanto previsto a livello europeo in fatto turni di lavoro per i camici bianchi. Le ore massime di lavoro settimanale saranno 48, i turni più lunghi saranno al massimo di 13 ore e dovranno essere garantite almeno 11 ore di riposo. Qualcosa di incredibile per Regioni commissariate come la Campania, dove i medici sono sottoposti a vere e proprie «maratone lavorative», con turni che a volte vanno avanti anche per 24 ore consecutive. Il rischio è tale che i presidenti degli diversi Ordini provinciali hanno deciso di lanciare un comunicato stampa congiunto, nel quale si sono detti estremamente preoccupati per l’assoluta impreparazione con la quale ci si avvia a questa «rivoluzione».

Neella nota della Federazione regionale dei medici, Silvestro Scotti ha sottolineato infatti quanto sia grottesco che si trasformi un cambiamento positivo, qual è appunto il rispetto di turni più umani, in un rischio per l’assistenza.
«Noi tutti – si legge nella nota – difendiamo e sosteniamo l’adeguamento al quale stiamo andando in contro, ma riteniamo sia poco coscienzioso da parte del Governo non aver predisposto le misure atte a garantire una piena copertura dei turni di lavoro, e quindi la garanzia di una valida assistenza ai cittadini. In poche settimane la sanità Campana rischia di finire nel caos, in qualche mese gran parte delle prestazioni ai cittadini potrebbero essere tagliate». In regioni come la Campania il Lazio, il Molise e la Calabria (sottoposte a commissariamento) la situazione potrebbe diventare ben presto critica, perché un po’ ovunque ci si troverà a fare i conti con una drastica mancanza di personale. «Non possiamo nasconderci dietro un dito – dice Maria Erminia Bottiglieri, presidente dell’Ordine dei Medici di Caserta – allo stato attuale i direttori generali dei principali ospedali campani sono in grande difficoltà». Diversi primari stanno ricevendo, spiga la Bottiglieri, comunicazione di programmare i turni di dicembre sulla scorta dei nuovi orari. «Probabilmente – conclude – mettendo in conto anche qualche guardia scoperta. Il problema è che anche accelerando l’avvio di procedure concorsuali, cosa molto improbabile, saremmo in ritardo. Spero si proceda almeno a stabilizzare tutti i precari (contrattisti, Co.co.co. e Co.co.pro.) altrimenti si rischia di penalizzare il cittadino, si rischia di chiudere alcuni reparti».

Altrettanto duro il commento del presidente dell’Ordine dei Medici di Benevento, Giovanni Ianniello, per il quale «è evidente la responsabilità del Governo.
Non si può commissariare una Regione, lasciarla senza un commissario, cosa che la Federazione dei Medici ha denunciato ormai da più di un mese, e poi procedere in questo modo. Garantire i diritti è un dovere, anzi siamo sin troppo in ritardo; ma questo modo di operare mette a rischio l’assistenza e certamente creerà ulteriori tensioni tra medici e assistiti».Al di là delle polemiche e delle giuste preoccupazioni, resta da capire quali siano le possibili vie d’uscita per evitare che il sistema assistenziale vada in tilt. Al momento l’unica scappatoia sembra essere quella di riuscire in qualche ad ottenere una proroga; ma non è certamente un percorso semplice e comunque servirebbe solo a rimandare il problema”.

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