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CASERTA – Lavoro, formazione e gettito: le prove sperimentali che il gambling è una delle potenze economiche dell’Italia.

CASERTA (di Alessandro Staffiero) – Il gioco d’azzardo, meglio noto in gergo come gambling, viene quasi sempre stigmatizzato dall’opinione pubblica come un’industria illegale, come un settore strettamente legato alla criminalità organizzata, come qualcosa di illegale. L’ignoranza dilagante, o meglio l’ignoranza nel settore, conduce spesso la società a somatizzare luoghi comuni e a classificare le cose senza una ragione ben definita. Partiamo dai dati relativi ad uno dei settori che maggiormente è stato colpito dalla crisi, ovvero quello occupazionale. La filiera del settore dei giochi in Italia è piuttosto corposa in quanto ruota intorno a 6.600 imprese e 120.000 esercizi distribuiti sul territorio, a ciò si aggiunge una forza lavoro composta da 140.000 addetti ai lavori e 20.000 impiegati. I dati raccolti da Gamingreport.com, evidenziano come la ‘bistratta’ industria dei giochi sia una delle realtà più importanti dell’economia italiana sia dal punto di vista imprenditoriale, – operatori legalizzati AAMS e PMI -, sia dal punto di vista occupazionale. Facciamo un salto nel passato recente. La scorsa estate a Roma, Eurispea con la collaborazione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato ha organizzato il primo corso di formazione per “gaming hall manager e assistant”, una due giorni per apprendere il modo di giocare e di come fare business nel settore dei giochi. L’iniziativa è stata fortemente voluta dall’organo che regola il settore dei giochi in Italia per aprire nuove prospettive lavorative sia a chi lavora già da tempo nell’area, sia a chi è in cerca di un’occupazione, visto l’enorme successo che new slot e videolottery (vlt) stanno riscontrando a livello nazionale. Durante la due giorni sono state fornite nozioni su tre figure estremamente ricercate nell’area. La prima è quella del gaming hall assistant, addetto ai lavori specializzato nella gestione operativa delle sale giochi e dei mini-casinò. La seconda è data dal gaming hall Crm assistant, in poche parole l’esperto dell’analisi dei flussi di clienti e dell’offerta di gioco. Infine, la terza figura è quella del gaming hall manager, il cui obiettivo è quello di occuparsi della gestione di più sale tra loro collegate.
L’importanza a livello economico del settore si evince anche dall’indotto prodotto dal settore del gambling. Come riporta un reportage pubblicato da Gianluca Moresco su Repubblica.it, gli italiani hanno chiuso il 2014 puntando poco più di 84 miliardi di euro, una cifra astronomica per lo Stato e i Monopoli che si occupano di gestire il gioco distribuendo concessioni e licenze agli operatori, ha incassato 15.220 euro al secondo per tutto il 2014: 8 miliardi per l’intero anno. A guidare la raccolta troviamo Lombardia (13 miliardi di euro) e Lazio (7,6), due regioni che da sole valgono il 30% del gioco dell’intera penisola. L’importanza del gambling per sostenere buona parte delle casse dello Stato, si evince anche dalla bozza contenuta nella nuova Legge di Stabilità, che prevede un accise di 1,1 miliardi di euro per le aziende operanti nel settore.
I numeri racchiusi in questo articolo testimonio di come il settore dei giochi sia molto di più di un sistema creato ad hoc per ‘divorare’ i soldi dei giocatori. I numeri sono la prova sperimentale che il gambling è una delle potenze economiche dell’Italia e come tale dovrà proseguire la strada verso una regolamentazione più omogenea fondamentale per garantire incassi e posti di lavoro ad un paese che stenta ad uscire dalla crisi recessiva.

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