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SESSA AURUNCA / CELLOLE – Immigrati, circolo Sel: no al razzismo – populismo

SESSA AURUNCA / CELLOLE – L’allarme immigrati a Baia Domizia, esploso nelle scorse settimane e subito rivelatosi totalmente infondato nonché materiale di bassissima propaganda politica, ci spinge ad una riflessione che intendiamo sottoporre al pubblico dibattito. Andiamo subito al sodo: noi del Circolo SEL “Angelo Vassallo” di Sessa Aurunca riteniamo che lo ‘stoccaggio’ – perché di questo si sarebbe trattato, ed effettivamente si tratta in non pochi luoghi d’Italia – di centinaia di persone disorientate, prive di qualsiasi mezzo economico, di qualsivoglia sostegno di tipo familiare e comunitario, private in definitiva di un luogo da poter chiamare ‘casa’(inutile sottolineare qui l’ameno sadismo di chi vorrebbe aiutarli ‘a casa loro’), non sia una soluzione politicamente efficace né accettabile. Tale sistema, che qui chiamiamo ‘di stoccaggio’ poiché tratta le persone alla stregua di rifiuti umani non riciclabili e, pertanto, non desiderati in quanto deturpatori dell’ambiente candidato ad ‘ospitarli’, risulta effettivamente ed ovviamente deleterio, in quanto elemento di degrado sul piano socio-economico, tanto più quando il luogo deputato all’accoglienza è una località turistica, fatta cioè per accogliere(qui senza virgolette) chi di problemi non ne vuol sapere (almeno durante le vacanze!). La questione è tanto complessa quanto dibattuta e non é intento di questa pubblica riflessione dilungarsi in analisi sui massimi sistemi dal sapore necessariamente un pò cialtrone. Quello che vogliamo fare è riportare la discussione sul piano della serietà e mettere in guardia dalla pericolosità dell’incessante volontà di profitto ‘elettorale’ di chi dovrebbe avere a cuore la cosa pubblica. In questi giorni sono intervenuti sulla vicenda “immigrati a Baia Domizia” sindaci, parlamentari regionali e nazionali, tutti accomunati dalla volontà di evitare la sciagura di un trasferimento di “clandestini” (per definizione e a prescindere) presso le strutture alberghiere di Baia Domizia. Tutti preoccupati, ovviamente, di precisare che le loro posizioni non erano razziste, ma solo mosse dall’intenzione di salvaguardare il futuro turistico della località balneare. Davanti alla complessità e serietà del tema, condanniamo fermamente ogni tentativo di una sua riduzione nei termini ipocriti e banali, e naturalmente fuorvianti, di una questione tra ‘buoni e cattivi’, sia sul versante razzista-populista che su quello buonista-benpensante, ma ci limitiamo a ricordare due punti a nostro giudizio fondamentali. In primo luogo, ci piace ricordare che da diversi anni a Sessa Aurunca esiste un esempio alternativo e funzionante di sistema di accoglienza ed integrazione, positivo sia in termini socio-culturali che socio-economici per la nostra cittadina, ed è quello realizzato dall’ Associazione ASSOPACE Onlus che ogni anno accoglie ed integra i rifugiati politici e le loro famiglie. Tale modello, che prevede un’assistenza completa per i rifugiati ed il loro inserimento nel tessuto sociale e produttivo del territorio, con benefiche ricadute economiche per l’intera collettività, potrebbe sostenibilmente essere esteso a quanti, (anche non rifugiati politici, ma comunque in fuga da guerre e povertà) bussano alla porta del nostro stile di vita. Ovviamente una scelta del genere, da inquadrare nelle peculiarità delle singole realtà territoriali, chiama in causa altre problematiche: quanto è sostenibile il nostro stile di vita? Siamo in qualche modo debitori nei confronti di quella gran parte del mondo che ne è tagliata fuori? Sono questioni che non solo la politica è chiamata a porsi, ma che implicano anche riflessioni di natura etica come i richiami continui sul tema da parte di papa Francesco sottolineano fin dall’inizio del suo pontificato. Ma qui torneremmo ai massimi sistemi rischiando di perdere di vista la specifica questione che si è posta in questi giorni: la compatibilità tra accoglienza e sviluppo turistico. Posta in questi termini è ovvio che qualsiasi persona di buon senso comprende l’incompatibilità tra un luogo destinato alle vacanze ed al turismo e un progetto articolato di integrazione sociale. Ed anche noi, al di là di ogni posizione ideologica, riteniamo Baia Domizia non adatta a tale scopo. Tuttavia, ed è questa la questione principale che intendiamo sollevare, ci chiediamo: dov’erano quegli stessi amministratori e rappresentanti politici mentre negli ultimi vent’anni cresceva una vera e propria “baraccopoli” di manufatti abusivi, in particolar modo sul territorio del Comune di Cellole, che ha contribuito non poco ad inquinare le acque del litorale e a deteriorare l’ambiente sociale di una località balneare che, come giustamente notato nel suo intervento dall’avvocato Verrengia, si propone come riferimento per una sana e rilassante vacanza per famiglie? Capita mai a questi solerti difensori del turismo balneare di frequentare il centro di Baia nelle ore serali e notturne d’estate quanto le famiglie preferiscono restare in appartamento o in villa, visto che la strada è occupata da turbe di giovinastri in gran parte provenienti da dette baraccopoli ? Sono al corrente del fatto che la scorsa estate i furti in appartamenti e in ville sono state decine e che non sono certo da addebitare a presunte orde di migranti, ma più modestamente e concretamente a delinquenti provenienti dalle zone limitrofe? Partendo da queste considerazioni invitiamo i sindaci di Cellole e di Sessa Aurunca, i deputati regionali e nazionali che si sono mostrati pronto alla levata di scudi e alla mobilitazione politica contro il “pericolo” immigrati, a dedicare la stessa tenacia nella lotta contro l’abusivismo edilizio, spesso in odore di camorra, che dilania la nostra amata Baia Domizia recandole gravissimo danno economico, ambientale e d’immagine.
cs

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un commento

  1. se li mettessero a casa loro