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ALVIGNANO / CEPRANO – Concussione, falso e turbativa d’asta, nuovo arresto per l’ex sindaco Sorge. L’inchiesta nasce dalla denuncia di Offreda

ALVIGNANO / CEPRANO – Tre arresti e un divieto di espatrio, nuova bufera sul Comune di Ceprano. Una delle ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari è stata eseguita nei confronti dell’ex sindaco della cittadina in provincia di Frosinone, Giovanni Sorge, già arrestato a novembre del 2013, per il tentativo di concussione ai danni di un imprenditore di Alvignano. Le accuse, questa volta, sono di turbativa d’asta, concussione e falso.  Gli arresti sono scattati nelle prime ore di giovedì 26 marzo nell’ambito di un’inchiesta avviata circa tre anni fa dalla procura di Frosinone e che non coinvolge l’attuale amministrazione comunale. Secondo le indagini, non sarebbe stata garantita la regolarità di gare d’appalto affidate tra il 2011 e il 2013 per la realizzazione di alcune opere pubbliche. Con l’ex primo cittadino sono stati arrestati anche il responsabile dell’ufficio tecnico e un imprenditore, tutti finiti ai domiciliari. Per un altro imprenditore è stato invece emesso il divieto di espatrio. I provvedimenti sono stati firmati dal Gip di Frosinone Antonello Bracaglia Morante su richiesta del procuratore capo Giuseppe De Falco.  Gli arresti di oggi, quindi, sembrano essere una naturale conseguenza della denuncia presentata tempo fa dall’imprenditore di Alvignano, Offreda. “Il sindaco Sorge mi chiese i soldi”, l’imprenditore di Alvignano, Offreda, conferma ogni accusa. Lo ha fatto, qualche mese fa anche in aula, davanti ai giudici, rispondendo alle domande deglis tessi giudici ma anche dei difensori dell’imputato. Un interrogatorio durissimo, durante il quale Offreda non apparve mai in difficoltà, ribattenbdo punto su punto e spiegando la dinamica dei fatti. Avrebbe dovuto fornire al sindaco un contributo pari al 10% dell’importo dell’appalto che sfiorava il milione di euro. Una tangente che doveva essere mascherata con una sponsorizzazione ad una squadra di calcio.  Appalti pubblici e tangenti: il sindaco chiede 70mila euro, l’imprenditore si ribella e dice no. e denuncia tutto alla Procura della Repubblica e il primo cittadino finisce in carcere.
Le indagini – che si innestano su un progetto che doveva essere finanziato con 22milioni di euro –  sono state svolte  dal luogotenente Pietro Piucci – originario di Caserta, una terra che riesce ad emergere anche per fatti  positivi – che è riuscito ad evidenziare una serie di illegalità su numerose gare di appalto. In molti casi, hanno accertato gli inquirenti, erano falsificati documenti, mentre alcune ditte, quelle prescelte, venivano agevolate facendogli conoscere esattamente il ribasso da fare per aggiudicarsi la gara. Singolare l’episodio del giro d’Italia quando la ditta Parente   per asfaltare pochimetri di strada incassò circa 100mila euro.

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