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ALVIGNANO – Costrinsero un bidello al suicidio, sotto processo due usurai

ALVIGNANO – Usura: in aula Carmela De Vito la moglie di Giuseppe Mirto il bidello di Caiazzo che si impiccò perché vittima di strozzini suoi conoscenti. Il processo si è svolto davanti ai giudici della sezione penale presieduta dal dottor Guglielmo. La signora con grande commozione e semplicità è riuscita a ricostruire una tragedia che le ha devastato la vita  e che le ha fatto perdere il marito. La signora   costituita parte civile nel processo un po’ perché aveva dei vuoti di memoria ancora per il dolore che provava e poi perché è una vicenda alquanto complessa ha leggermente attutito la posizione di uno degli imputati Margherita Cerreto39 anni figlia di Maddalena Santagata 56 anni di Alvignano entrambe imputate insieme ad un congiunto Alfonso Miranda di 73 anni. La vedova però dai documenti che è riuscita a ritrovare a casa gli stessi che vennero sequestrati dagli inquirenti ha riferito che aveva avuto rapporti di natura economica proprio ed esclusivamente con Santagata. Era a lei che si rivolgeva per i prestiti e che ve ne erano stati altri fatti dal marito di cui lei non ne era a conoscenza. I suddetti imputati sono finiti alla sbarra dopo alcuni anni dai fatti dopo gli accertamenti sulla morte del povero Giuseppe Mirto che si suicidò impiccandosi nel deposito della sua fattoria perché non riusciva a pagare un debito lievitato a dismisura. Dall’inchiesta per fare luce sulla morte del 67enne  emerse che Mirto doveva a dei suoi cari amici di famiglia un’ingente somma di danaro. Dalla perquisizione domiciliare gli investigatori rinvennero e sequestrarono svariati assegni bancari per un importo di 30mila euro. La somma che egli però doveva restituire ai suoi strozzini era di 50mila in pochi mesi. Fu sua moglie a spiegare il possesso degli effetti bancari e a fare i nomi degli amici al quale il marito si era rivolto per il prestito. Quei soldi dovevano servire per dei lavori di casa. Per la difesa  degli inquisiti  è impegnato l’avvocato Fernando Perretta. Mirto aveva conosciuto Santagata grazie ad una amica che avevano in comune la signora Carmela Stellato teste della difesa. I soldi gli vennero concessi ma nel giro di poco la somma era stata quasi raddoppiata. Mirto fu vinto dalla depressione che lo portò a commettere il folle gesto.
maria giovanna pellegrino

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