VAIRANO PATENORA – Processo Vessella, saranno i periti a chiairire la vicenda nella quale l’uomo è imputato di aver violato la legge che regolamente il posssesso delle armi da fuoco. Infatti, secondo il difensore di Vessella – l’avvocato Ernesto De Angelis – quell’arma ritrovata nell’abitazione di Vessella sarebbe antica e quindi costruita precedentemente all’adozione del numero di matricola, obbligatorio per ogni arma regolarmente prodotta. Per questo ha chiesto ed ottenuto che un perito, esperto di armi, chiarisca questo aspetto ma soprattutto definisca se l’arma, così come ritrovata dai carabinieri al momento della perquisizione – era in grado di sparare e quindi di offendere.
Il giudice ha accolto la richiesta di De Angelis aggiorando il processo al prossimo settembre quando sarà conferito incarico al tecnico per la perizia. Il caso Vessella, nasce alcuni mesi fa, nel corso della perquisizione domiciliare, personale e veicolare nei confronti dell’imputato, i carabinieri della locale stazione, hanno rinvenuto presso la sua dimora, illegalmente detenuta, una pistola lancia razzi cal. 22, completa di serbatoio inserito, contenente nr. 6 capsule, recante nella parte anteriore della canna la filettatura per l’alloggiamento del tromboncino per l’espulsione del razzo, priva di elementi di identificazione. Nel contesto, sono stati anche rinvenuti anche gr. 0.50 di hashish e, pertanto. L’ Arma, il munizionamento e la sostanza stupefacente sono stati sequestrati. L’imputato, finora, ha sempre affermato che non si trattava di una vera pistola da di un semplice strumento lanciarazzi di cui, per altro, l’indagato, non aveva neppure conoscenza considerato il fatto che era uno strumento probabilmente appartenuto al padre
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