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PIEDIMONTE MATESE – Processo Pepe, il giudice ammette le intercettazioni. Si torna in aula a metà luglio

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PIEDIMONTE MATESE – Processo Pepe, il giudice ammette l’acquisizione delle intercettazioni telefoniche e fissa la prossima udienza per il 15 luglio prossimo. E’ stata questa la decisione assunta durante l’udienza di oggi (26 giugno 2014).  Fabrizio Pepe, presidente della Comunità Montana del Matese, Piero Cappello – presidente Asi di Caserta – e  l’assessore Antonio Ferrante sotto processo. Le accuse, a vario titolo, vanno dall’abuso di potere alla concussione. Secondo l’accusa, Fabrizio Pepe, avrebbe abusato dei suoi poteri di presidente della Comunità Monta­na – ora come all’epoca dei fatti –  Con l’accusa di concussione sarebbero finiti sotto processo anche Antonio Ferrante – assessore del Comune di Piedimonte di Matese –  e Piero Cappello, all’epoca dei fatti assesso­re dell’Ente matesino e fratello del primo cittadino di Piedimonte Matese, Vincenzo Cappello. Sono stati rinviati a giudizio dal gup Paola Cervo e dovranno comparire in primavera davanti al collegio del presidente Giampaolo Gugliel­mo. Ad accusare i tre politici, il pubblico ministero Silvio Marco Guarriello. Secondo la Procura, Pepe, quale presidente della Comunità Montana del Matese, avreb­be indotto un imprenditore aggiudicatario del­l’appalto relativo ai lavo­ri di ripristino e adegua­mento della strada  Zappinelli-Cisterna ad acquistare mobili per l’arredamento della casa di un’altra persona.  Pepe, per il magistrato, avrebbe approfittato della debolezza dell’im­prenditore che ancora non aveva sottoscritto il contratto con l’Ente per le opere a lui aggiudica­te, ingenerando con un ingiustificato temporeg­giamento il timore che potessero insorgere pro­blemi in relazione alla conclusione dell’iter procedimentale per il defini­tivo affidamento dei lavori. La richiesta sarebbe stata formulata come prestito, ma in realtà, secondo il magi­strato, sarebbe stata fina­lizzata ad ottenere il mobilio poiché, dopo la dazione, non venne restituito l’importo speso. Agli atti della Procura, tutta­via, ci sarebbero anche altri due episodi. Sempre in virtù del suo ruolo amministrati­vo, Pepe avrebbe anche indotto un operaio, incaricato dal Comune di eseguire alcuni lavori presso l’area di stoccaggio rifiuti, ad effettuare opere all’interno di una sua abita­zione nel centro storico della città senza, poi, pagare per le prestazioni ricevute. Anzi, secondo la Procura, Pepe avrebbe affermato che il dovuto gli sarebbe stato fatto recupera­re addebitando la spesa al Comune. Ferrante e Cappello, invece, sono accusati di aver costretto, nell’estate del 2006, lo stesso ope­raio, titolare dei lavori presso l’area di stoc­caggio, a promettere loro che avrebbe man­dato via una ditta per assumerne un’altra.

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un commento

  1. a comprare il mobilio? Una volta si portavano i caciocavalli,ma a quanto vedo le cose non sono molto cambiate .