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MONDRAGONE – Associazione camorristica armata, otto ordini di arresto

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MONDRAGONE – Nell’ambito di un’articolata indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia- i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Mondragone hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dall’Ufficio GIP presso il Tribunale di Napoli, nei confronti di 8 indagati, gravemente indiziati di partecipazione all’associazione camorrista, armata, operante nel territorio di Mondragone. Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse in sede di convalida dei fermi emessi da questa Direzione distrettuale antimafia in data 5 giugno 2014, nei confronti di otto persone gravemente indiziate della commissione di vari delitti, fra i quali l’associazione di tipo mafioso, omicidio, occultamento di cadavere, estorsione, ricettazione, porto e detenzione abusiva di svariate armi. Tra gli indagati l’attuale reggente del clan di camorra attivo nel territorio mondragonese.  Le indagini, articolate lungo l’arco di alcuni mesi, hanno consentito di disvelare le attività illecite, prevalentemente di natura estorsiva, cui sono preposte le nuove leve della locale consorteria camorrista, specialmente ai danni di titolari di attività produttive svolte lungo il litorale domitio, nonché di titolari di aziende edili impegnate nella realizzazione di opere pubbliche.  Gli indagati, forti dell’appartenenza all’organizzazione criminale, mediante continue e reiterate, minacce sono riusciti, in due casi, ad ottenere il pagamento della tangente necessaria per il regolare svolgimento dell’attività commerciale delle vittime ed in altri due casi ad interrompere l’attività lavorativa delle ditte impegnate, mediante vere e proprie minacce agli operai. Alcune delle estorsioni richieste sono coincise con l’importante periodo della raccolta pasquale, momento di entrate maggiori per le casse del clan e quindi per garantire gli stipendi ai familiari dei detenuti affiliati. Numerosi i tentativi di avvicinare commercianti e piccoli imprenditori locali. Tra le accuse quella più grave è l’omicidio di un extracomunitario nigeriano 39enne, responsabile di non aver recapitato un ingente quantitativo di stupefacente come ordinatogli dal gruppo criminale, che traeva dal traffico di stupefacente importanti risorse economiche. Il suo corpo è stato dato alle fiamme insieme alla sua autovettura ed abbandonato nelle campagne di Villa Literno, insieme alla pistola utilizzata per ucciderlo (il fatto risale alle prime ore del 27 maggio 2014). L’indagine ha consentito di acclarare la pericolosità di queste nuove leve della camorra mondragonese, che può contare sulla disponibilità di potenti armi comuni da fuoco, alcune delle quali sequestrate dai CC, in maniera apparentemente occasionale nel corso delle indagini. Il provvedimento di fermo si è reso altresì necessario per scongiurare il pericolo di ulteriori omicidi, posto che le indagini hanno fatto emergere come gli indagati fossero pronti a sopprimere coloro i quali avessero intralciato lo svolgimento delle loro attività criminali; com’è accaduto per il cittadino nigeriano, considerato responsabile di non aver restituito una partita di droga che avrebbe dovuto porre sul mercato. A disposizione del gruppo un vero e proprio arsenale di armi: durante le attività sono stati rinvenuti 3 fucili da caccia e 3 pistole, armi in alcuni casi anche utilizzate. Il traffico e lo spaccio di stupefacenti, insieme alla raccolta delle estorsioni, hanno consentito al gruppo di pagare le somme “dovute” ai famigliari dei camorristi detenuti.

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