Piedimonte Matese – Dissesto finanziario del municipio: 5 rinviati a giudizio

Piedimonte Matese – Le deduzioni presentate dagli indagati non hanno convinto i magistrati della Corte della Conti che hanno deciso di rinviare a giudizio le cinque persone ritenute colpevoli del dissesto finanziario del municipio del capoluogo matesino. L’udienza davanti ai giudici dovrebbe svolgersi nel prossimo autunno.
Secondo la Procura della Corte dei Conti bisogna attuare le sanzioni di cui all’art 248, comma 5, d.lgs. 267/00, in termini di ineleggibilità, incandidabilità e innominabilità.
Divieto di ricoprire, per un periodo di 10 anni, incarichi di assessore, di revisore dei conti di enti locali e di rappresentante di enti locali presso altri enti, istituzioni ed organismi pubblici e privati, a carico degli amministratori coinvolti.
Incandidabilità
per un periodo di dieci anni, alle cariche di sindaco, di presidente di provincia, di presidente di Giunta regionale, nonché di membro dei consigli comunali, dei consigli provinciali, delle assemblee e dei consigli regionali, del Parlamento e del Parlamento europeo.
Divieto di ricoprire per analogo arco temporale di dieci anni la carica di assessore comunale, provinciale o regionale né alcuna carica in enti vigilati o partecipati da enti pubblici a carica del sindaco.
Sanzione pecuniaria pari a venti volte la retribuzione mensile lorda dovuta al momento di commissione della violazione.
Revisori dei conti cui è imputabile il dissesto, rispetto al dichiarato dissesto, sono da imputarsi anche in capo ai revisori del comune per gli anni 2013,2014, 2015, gravissime responsabilità. Gli stessi non hanno ottemperato alla propria funzione istituzionale di controllo della regolanti dei conti e di custodi degli equilibri finanziari, omettendo anche di effettuare, come viceversa avrebbero dovuto, la segnalazione al Consiglio Comunale ed alla Corte dei conti in funzione di controllo, delle gravissime irregolarità di gestione. L’assenza, in pratica, di attività di ricognizione e di corretta cancellazione dei residui attivi e passivi non poteva e non doveva passare inosservata dagli stessi.
Per i pubblici ministeri contabili firmatari dell’invito – Ferruccio Capalbo e Raffaella Miranda – sono da ritenersi responsabili il Sindaco Vincenzo Cappello, l’Assessore al bilancio Attilio Costarella ed il Presidente del Consiglio allora in carica Benedetto Maria Iannitti, oltre ai due revisori dell’epoca Luciano Bloisi e Cerbo Antonio.
Gli atti ai cinque indagati dalla Corte dei Conti, sono stati notificati oggi dalla Guardia di Finanza di Piedimonte Matese, comandata da tenente De Ruosi Pasquale, mentre le indagini sono state attuate dal nucleo mobile comandato dal luogotenente Martino Fernando.
Tutto su delega della Procura della Corte dei Conti Campania, guidata dal Procuratore regionale dott. Antonio Giuseppone, ha notificato 5 inviti a dedurre ai soggetti ritenuti responsabili del dissesto del 2019 del Comune di Piedimonte Matese. Con l’atto notificato la Procura intende sanzionare chi ha fatto “fallire” il Comune chiedendo che vengano comminate le sanzioni previste dalla legge e cioè, oltre a quella pecuniaria, l’incandidabilità, per un periodo di dieci anni, alle cariche politiche.
Per i pubblici ministeri contabili firmatari dell’invito, sono da ritenersi responsabili il sindaco, l’Assessore al bilancio ed il Presidente del Consiglio allora in carica, oltre ai due revisori dell’epoca. A questi soggetti la Procura contesta che, pur a conoscenza della situazione precaria e di grave crisi finanziaria del Comune, non hanno posto in essere alcuna azione necessaria a contrastare, ridurre o eliminare il deficit del Comune ed anzi hanno contribuito con le loro condotte ancor più a causare il dissesto dell’ente comunale. Quanto sopra, ai fini dell’esercizio del diritto di cronaca, costituzionalmente garantito e nel rispetto dei diritti degli indagati che sono da presumersi innocenti fino alla sentenza irrevocabile che ne accerti le responsabilità.