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Calvi Risorta – Rifiuti e camorra: l’imprenditore Iorio tace davanti al giudice

Calvi Risorta – Sono comparsi davanti al giudice per l’interrogatorio di garanzia gli imprenditori coinvolti nell’indagine dell’Antimafia e culminata con gli arresti dello scorso venerdì, 2 febbraio 2024, con una imponente operazione coordinata dalla Procura della Repubblica. Sono state diverse le posizioni assunte dagli indagati. Antonio Caliendo, imprenditore 37enne di Casal di Principe, ha parlato, ha cercato di spiegare la propria posizione. Caliendo è accusato di aver emesso fatture false a favore dell’imprenditore Luca Antonio Iorio, di Calvi Risorta, per circa 8 milioni di euro. Caliendo ha sostanzialmente ammesso i fatti contestati, ovvero quello di aver fornito le società per riciclare denaro tramite false fatture. Avrebbe ricavato il 10% dal giro di fatture false, quindi circa 800mila euro, attraverso la messa a disposizione di una serie di società utilizzate dall’imprenditore dell’Agro Caleno, Luca Antonio Iorio; una figura quella Di Iorio attivo nel settore rifiuti di Calvi Risorta, accusato dalla DDA di Napoli di aver rapporti economici con il clan dei Casalesi tramite Pasquale Abbate, imprenditore di San Prisco, condannato in via definitiva per il suo vincolo economico con il boss Michele Zagaria.
Hanno scelto di parlare al giudice Ersilia Carano, ritenuta collaboratrice dell’imprenditore di Casal di Principe; Alfonsina Russo e Delia Corvino. Hanno negato di essere a conoscenza delle azioni messe in atto da Caliendo.  Non hanno parlato davanti al giudice Nicola Ferro, di San Marcellino; Gaetano Marrapese.

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