Sparanise – Il treno aveva semaforo verde, il ritardo forse può avere tratto in inganno la squadra di operai. Sequestrati i registri del sistema informatico: finora nessuna traccia dell’autorizzazione. I binari avrebbero dovuto essere “morti”. E invece un semaforo era verde. E così un treno, forse in ritardo, è passato quando invece i lavoratori erano convinti non ce ne dovessero essere più. Prima di cominciare i lavori sarebbe dovuta arrivare un’autorizzazione che pare invece non ci sia mai stata, una “mancata comunicazione per il nulla osta” è scritto nei primi atti dell’inchiesta. E’ di Sparanise, popoloso centro dell’Agro Caleno, uno dei cinque operai travolti e uccisi dal treno lunga la linea ferroviaria che collega Torino con Milano. Giuseppe Sorvillo, 43 anni, nato a Capua, è un figlio di Sparanise dove ancora vivono i suoi genitori, Luigi e Dorotea. Di Sparanise anche la moglie di Giuseppe. Da alcuni anni la coppia, per ragioni di lavoro, si era trasferita nel Nord Italia. Il treno, come riferiscono i carabinieri, viaggiava a 160 chilometri all’ora e gli operai stavano eseguendo dei lavori di sostituzione di alcuni metri di binari vicino alla stazione, quando è passato il convoglio tecnico, trasportando una dozzina di vagoni da Alessandria verso Torino.
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