SPARANISE. E’ crollata la galitta borbonica del casino di caccia realizzato nel 1779 da Carlo Borbone. Della stessa Cappella Reale del Casino borbonico del Demanio di Calvi (anche questa struttura a forte rischio di crollo), non sembra interessarsi nessuno. Il degrado e l’abbandono sembrano essere padroni assoluti. Per il recupero della Cappella Reale erano stati stanziati 50 mila euro dalla Regione Campania, ma tutto è rimasto fermo dal febbraio 2007. Questi soldi sarebbero potuti bastare per restaurare quel poco che rimane del Casino borbonico dell’antico Demanio di Calvi: la Cappella Reale e le due galitte. Invece no, dei soldi e dello stesso progetto di recupero si sono perse le tracce e, con loro, la storia del casino reale voluto da Carlo di Borbone nel 1779 e fatto costruire dall’ architetto Collecini. Un casino costruito prima del Casino di Carditello e della stessa Reggia. Con i fondi regionali – Bollettino Ufficiale della Regione Campania, n° 5 Bis del 4 febbraio 2008, dove all’art. 42, quarto comma è scritto:” E’ concesso per l’esercizio finanziario 2008 un contributo straordinario di euro 50 mila al Comune di Sparanise, finalizzato alla ristrutturazione ed al restauro del monumento storico “Casino Reale” – si poteva mettere in sicurezza e delimitare l’area della Cappella Reale, oggi abbandonata a se stessa e nel degrado. Storicamente, il casino di caccia borbonico caleno rappresenta un patrimonio inestimabile che ha visto tra le sue mura non solo i Re Carlo III e Ferdinando IV, ma anche Francesco I, Ferdinando II, il pittore di corte Philipp Hackert, gli architetti Collecini e Patturelli, la Regina Amalia Walburga, la Regina Carolina, la Contessa di Floridia, il Marchese di Villafranca e il Vicerè di Sicilia, Principe di Caramanico.
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