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Sessa Aurunca – Il giornalista Ruotolo al Nifo per il Progetto Legalità: “voi ragazzi siate liberi di esprimervi e di vivere e non sopravvivere”

Sessa Aurunca (di Giovanna Cestrone) – Un momento di formazione unico nel suo genere, quello vissuto stamattina dagli alunni del Liceo Classico Agostino Nifo di Sessa Aurunca, che hanno avuto l’opportunità di incontrare il giornalista Sandro Ruotolo, sotto scorta da due anni per un’ intervista-inchiesta fatta al pentito di camorra, Carmine Schiavone, sulla terra dei fuochi. Nella Biblioteca dell’Istituto, alla presenza di una folta platea di alunni attenti e incuriositi, Sandro ha iniziato a parlare di sé e di legalità. All’incontro, fortemente voluto dal Preside, Giovanni Battista Abbate, e dal Professore Filippo Ianniello, Coordinatore del Progetto Legalità, erano presenti anche il Sindaco di Sessa, Silvio Sasso, e gli imprenditori Simmaco Perillo e Antonio Picascia, impegnati con la scuola nel progetto di alternanza scuola lavoro. Sandro ha voluto parlare della sua esperienza di vita agli studenti, in maniera amichevole, seduto sulla scrivania, in un’atmosfera di emozioni e sensazioni uniche. Ha raccontato della sua carriera giornalistica iniziata all’età di diciotto anni, prima con la carta stampata, poi con la televisione e con la radio e continuata ancora oggi tramite internet. “Ho vissuto il mio esordio di giornalista nel periodo più critico della storia italiana; anni in cui c’era una vera e propria guerra civile nel nostro paese, in cui si assisteva alle notizie di stragi, dei movimenti studenteschi, della camorra e della crisi in campo economico. Ho avuto la fortuna di avere Joe Marrazzo come maestro, perchè è stato il primo a fare informazione in maniera diversa dagli altri. Inizialmente esisteva un solo canale televisivo, Rai 1, basato su una cultura più cattolica, ma con i mutamenti storici e l’ascesa della cultura laica, sono nate Rai 2 e Rai 3. E’ qui che sono stato assunto a soli 24 anni e ho avuto la fortuna di fare una televisione nuova. Sono passato dalla figura del giornalista in giacca e cravatta, con lo speaker che parlava, a quella di un giornalista che viveva i fatti, un testimone che andava dove parlavano le piazze, portando le emozioni nello schermo”, ha dichiarato parlando un po’ di sè. Ruotolo vive sotto scorta da due anni, in seguito ad un’intervista fatta sulla terra dei fuochi al pentito di camorra Carmine Schiavone, in cui gli chiedeva esplicitamente l’esistenza di rapporti tra servizi segreti e il clan dei casalesi. Dura la reazione di Michele Zagaria che, dal carcere Milanese di Opera, affermò che Ruotolo doveva essere squartato vivo! “Nel momento in cui è nata la camorra degli affari e quindi del riciclaggio dei rifiuti, è nata anche la terra dei fuochi, ed è stato in quel momento che ho deciso di intervistare Carmine Schiavone – ha continuato tra l’attenzione di tutti – . Mi sono chiesto più volte perchè quella semplice domanda abbia scatenato l’ira di un boss e ora, nonostante io viva da due anni in una macchina blindata con due Carabinieri, mi sento un uomo libero. Con delle privazioni, ovviamente, come il fatto di non poter improvvisare la mia vita, ma con la libertà di poter dire che la camorra è una montagna di merda e continuo ad esprimere il mio pensiero da uomo libero mentre, chi mi vuole morto, sta in carcere. Ciò che mi ha aiutato a fare buona informazione è la passione che metto nel mio lavoro, che non ritengo affatto essere una professione. A voi ragazzi, che mi avete chiesto cosa potete fare per migliorare questo stato di cose, dico di non perdere la speranza, perchè vi assicuro che in tante città ci sono, per fortuna, numerose realtà come quella di Perillo e Picasca. Ma vi dico anche di non perdere la memoria di tutto ciò che è accaduto in passato e di avere sempre presa di coscienza dei fatti. Vi raccomando di vivere e non di sopravvivere, e di acculturarvi. Avete la cultura come arma vincente e la scuola come sede di formazione, perchè voi siete il domani e avrete un ruolo sociale in futuro. Sentitevi liberi di esprimervi e di non essere assoggettati o condizionati da nessuno”. Non è mancato poi un riferimento alla solitudine in cui sono stati abbandonati Libero Grassi, il generale Dalla Chiesa e Aldo Moro, dando così uno spunto sulla necessità di unirsi nel combattere la malavita. “La minaccia non esisterebbe se tutti i giornalisti svolgessero il loro mestiere come l’ho fatto io, perchè è la solitudine che fa vincere la camorra. Lo stare qui, tutti insieme a parlarne, serve a dare alle persone quella forza che altrimenti non si avrebbe. Non nascondo che, a volte, anch’io mi sono sentito solo e sotto attacco della politica, proprio come Libero Grassi, e sono convinto che se lui non fosse stato solo nella sua battaglia, non sarebbe morto”, ha concluso in una standing ovation generale, Sandro Ruotolo. L’incontro è terminato ben oltre l’orario previsto anche per le tante domande che i numerosi studenti presenti, motivati, attenti e incuriositi, hanno voluto rivolgere al giornalista, e che hanno avuto modo di portare a casa, un insegnamento di vita vissuta raro e prezioso.

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